Peppino Isernia

Giuseppe “Peppino” Isernia, l’artista del traforo del legno – È un nonno al servizio dell’Arte, ma nella sua vita è stato tanto altro. Giuseppe “Peppino” Isernia, da Formia, alla soglia degli 80 anni non smette di stupire con le sue creazioni. Garzone di falegnameria, elettrauto, elettricista nautico e adesso pensionato. Lo incontriamo nel suo garage, una vera e propria fucina dell’arte del traforo del legno, la passione appresa ai tempi della scuola di avviamento professionale e che oggi occupa un posto speciale nella sua vita secondo solo a quello dell’amore per la sua famiglia e per la sua città.


Giuseppe “Peppino” Isernia, l’artista del traforo del legno – L’arte del traforo consiste nel ritagliare dal compensato un disegno oppure un progetto formato da più disegni, che consentono la creazione di tanti pezzi, i quali una volta assemblati creano modelli dai più semplici ai più elaborati. Il legno utilizzato è solitamente compensato di vari spessori e i pezzi ricavati vengono levigati per essere poi colorati, lucidati oppure trattati in modo tale da lasciare inalterato il colore naturale del legno.


Giuseppe “Peppino” Isernia, l’artista del traforo del legno Ci accoglie con una riproduzione fedele della Mole Antoneliana, ricavata da compensato traforato con archetto ed erede artistica del Duomo di Milano che sul finire degli anni 60 lo rese famoso come artigiano del legno. E tra le foto della Formia di un tempo, cimeli di Sant’Erasmo e i mille oggetti che accumula contro la volontà di una sempre sorridente moglie ecco che si fanno spazio cornici, scrigni, bomboniere intagliate con cura maniacale capaci di imprimere per sempre il ricordo di una tappa importante della vita di amici e familiari, ma anche e soprattutto modellismo e arte presepiale. Ci sono anche le mani di Peppino nel famoso presepe de “Gliù Canciegl’” ed i suoi modellini nautici, tutti funzionanti e riprodotti fedelmente con occhio esperto da uomo di cantiere, continuano a far brillare gli occhi degli adulti e dei più piccoli. Servono talento, passione, curiosità di un bambino e anche tanta ma tanta pazienza. Una virtù che Peppino definisce “merce rara” e che cerca di insegnare ai ragazzi desiderosi di apprendere la sua arte dopo aver visitato il suo banchetto ai mercatini e alle mostre a cui continua, quando può, ben volentieri a partecipare. E quindi pazientare ed aspettare settembre, dopo aver passato un’estate con i nipotini al mare, per rimettersi a lavoro convintamente sicuro che l’opera più bella sia quella che ancora deve prendere forma.