Lo stomaco svolge un ruolo primario nella scomposizione del cibo attraverso processi enzimatici e chimici, preparandolo per l’assimilazione successiva. Tuttavia, può essere colpito da diverse patologie, incluse quelle tumorali.

Il tumore dello stomaco rappresenta una sfida clinica significativa, con il 90% dei casi derivanti dalla proliferazione incontrollata delle cellule mucose che rivestono l’interno dell’organo.

La mucosa gastrica, essendo il primo punto di contatto tra il cibo e l’organismo, è particolarmente suscettibile a perturbazioni genetiche e ambientali che possono avviare il processo oncogenetico. Mutazioni genetiche e fattori di rischio come l’infezione da Helicobacter pylori, l’eccesso di alcol e il fumo di tabacco possono favorire la crescita tumorale.

Comprendere i meccanismi molecolari e cellulari alla base della patogenesi del tumore gastrico è fondamentale per lo sviluppo di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche mirate. Solo attraverso un approccio multidisciplinare che integri dati clinici, genomici e molecolari possiamo sperare di migliorare la prognosi e la gestione di questa malattia. Il tumore gastrico è una delle forme più diffuse di cancro nel mondo, rappresentando una sfida significativa per i sistemi sanitari globali.

Il tumore allo stomaco è più diffuso in Asia orientale e in Europa orientale, con una prevalenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine. Tuttavia, in Italia negli ultimi anni si è verificata una diminuzione dei casi, con circa 8.800 casi diagnosticati negli uomini e 5.900 nelle donne all’anno. Questa tendenza è attribuita ai miglioramenti nella diagnosi e all’eradicazione dell’Helicobacter pylori tramite antibiotici, il principale fattore di rischio infettivo, oltre al riconoscimento di altri fattori di rischio.

I sintomi iniziali del tumore allo stomaco possono essere confusi con quelli di una gastrite o un’ulcera peptica, inclusi dolore o bruciore di stomaco, difficoltà di digestione, sensazione di sazietà dopo un piccolo pasto, nausea o vomito (anche con presenza di sangue), difficoltà nella deglutizione, presenza di sangue nelle feci e significativa perdita di peso. La comparsa di sangue nelle feci e una notevole perdita di peso possono indicare uno stadio avanzato della malattia coinvolgente altri organi. Nonostante una riduzione dei casi, il tasso di sopravvivenza rimane basso (32%).

La situazione della diagnosi del tumore allo stomaco in Italia è preoccupante: solo uno su cinque viene individuato nella fase iniziale della malattia. Questo ritardo è principalmente dovuto alla presenza di sintomi generici, spesso sottovalutati, e alla scarsa consapevolezza dei fattori di rischio. I dati drammatici emersi durante il “Seminario Nazionale sul Tumore Gastrico” a Roma il 27 aprile, sottolineano l’urgenza di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di prestare attenzione ai sintomi e sottoporsi a controlli regolari per una diagnosi precoce, che può fare la differenza tra la vita e la morte.

L’associazione ODV Vivere Senza Stomaco (Si Può) è in prima linea per affrontare questa sfida, ma è necessario un impegno collettivo per combattere questa malattia devastante.

“Nel nostro Paese, ogni anno i nuovi casi di carcinoma gastrico ammontano a oltre 15mila.

L’incidenza è in crescita mentre le terapie disponibili sono ancora in numero abbastanza limitato. La malattia oncologica è molto insidiosa e presenta un alto rischio di recidiva. Fondamentale è la gestione a 360 gradi del paziente che deve iniziare da una diagnosi quanto più precoce possibile”, afferma Claudia Santangelo, presidente di “Vivere Senza Stomaco”.  

La domanda sorge spontanea… come si può individuare un eventuale tumore allo stomaco se i sintomi sono così confusionali? 

“La neoplasia può essere individuata attraverso una gastroscopia. Spetta al medico di famiglia indirizzare l’assistito verso un esame che può essere salvavita. Vi è a volte la tendenza a prescrivere solo farmaci antiacidi e a non eradicare il batterio Helicobacter pylori, uno dei principali responsabili della patologia. Bisogna aumentare la consapevolezza dei medici non specialisti verso una patologia considerata ancora poco diffusa”, sottolinea Elisa Mandolesi, medico di Medicina Generale a Ferrara.

Questa specifica problematica può andare a danneggiare emotivamente il paziente infatti Paolo Gritti, Past-President della Società Italiana di Psico-Oncologia afferma: 

“Il carcinoma dello stomaco colpisce soprattutto gli uomini anziani. La metà dei pazienti ha più di 75 anni e l’assistenza non può limitarsi solo alla somministrazione delle terapie. È necessario un supporto psicologico da parte di un professionista qualificato”.

“Quello di psiconcologia non è un servizio sempre garantito in modo uniforme nel nostro Paese. Le ripercussioni emotive possono influenzare negativamente il decorso della patologia e la risposta alle cure”, specifica Santangelo.