Il Generale di Corpo d’Armata (ruolo d’onore) dell’Arma dei Carabinieri Aldo Lisetti ha curato la prefazione del libro del Maresciallo dei Carabinieri Mario Maffione Editore Confronto dal titolo “Sodoma. Il tocco della mafia, un viaggio tra Palermo, Roma e Fondi” Lisetti scrive: “L’autobiografia nasce dall’orgoglio del ruolo esercitato da una persona nella società con la consapevolezza di aver operato bene e, nel caso di un funzionario dello Stato per giunta militare, di aver compiuto il proprio dovere sino in fondo. Raccontare di sè stesso, inoltre, significa anche affermare la propria identità, dando contezza del proprio vissuto, e testimoniare che la vita ha un senso. Mario Maffione, con il suo racconto ha realizzato in pieno detti obiettivi. Sottufficiale dei Carabinieri, già comandante della stazione territoriale di Fondi, ha concluso la carriera nel rango degli Ufficiali, Sottotenente, a riconoscimento e conferma dei suoi meriti. L’ho conosciuto personalmente negli anni Ottanta, prima come sottufficiale in sottordine e poi come comandante, nelle mie frequentazioni fondane. Non è stato un mio collaboratore diretto; ma leggendo il menabò del suo libro, consegnatomi dall’Editore di “Confronto”, Carlo Alberoni,  per stilare la prefazione, mi sono reso conto che le nostre strade si sono incrociate: Maffione, nato a Barletta  arruolato nell’Arma alla fine degli anni Sessanta, fu destinato in Sicilia ed io, in senso inverso, da questa Terra raggiunsi Andria (oggi capoluogo di Provincia appunto con Barletta e Trani) per assumere il comando di quella Tenenza; negli anni Ottanta lui fu trasferito da Roma a Fondi ed io dal comando di Gaeta (elevata a Compagnia e nel cui territorio era compresa Fondi)  fui assegnato a Roma. Leggendo gli episodi di cronaca operativa citati da Maffione mi sembra di seguire la continuazione storica della criminalità da me conosciuta e combattuta un paio di lustri prima. Di alcuni ho ricevuto notizia nel tempo, attraverso i giornali, i commenti dei cittadini, gli apprezzamenti lusinghieri delle autorità locali che incontravo. Maffione, dotato di grandi capacità investigative, di coraggio e prestanza fisica godeva di ampia considerazione nell’opinione pubblica. Da queste premesse il lettore comprenderà bene che ho molto apprezzato l’elaborato di Mario Maffione perché questi non si limita, nell’autobiografia, a raccontare i fatti, ma nelle righe fa comprendere al lettore il retroscena, in alcuni passaggi dice e non dice, ma lascia intendere, lancia messaggi che il buon lettore “attrezzato” può intuire o capire. Insomma il titolo accattivante “SODOMA – Il tocco della mafia” ben si addice alla complessiva narrazione di una vita impegnata al servizio dello Stato, quale tutore dell’ordine, della sicurezza e della legalità, con l’evidente scopo di lanciare un grido di allarme sull’esistenza di “un legame tra camorra, ‘ndrangheta e criminalità territoriale, frutto di un’associazione massonica, seppure deviata…”, come evidenziato nel profilo personale dell’autore in apertura del libro. D’altra parte, aggiungo, a Fondi si sono registrate inchieste della Commissione Antimafia. Non deve meravigliare più di tanto la denunzia di Maffione; bensì far comprendere quanto egli conosca e sia legato a Fondi, di cui è divenuto cittadino ad ogni effetto e, pure essendo in pensione, vuole ancora difenderla oltre che amarla”.