Correvano i primi anni Settanta del decorso secolo e nel Consiglio comunale di Gaeta era palpabile l’euforia per l’approvazione del progetto di costruzione del nuovo porto, su cui si ponevano tante speranze di progresso e sviluppo economico della città e non solo. Il Sindaco Giuseppe Damiano Uttaro ed i suoi stretti collaboratori Nicola Mignano, Emilio Gaetano Bonaventura, Pasqualino Polisi  erano orgogliosi di avviare prospettive di grandi traffici commerciali e turistici via mare con l’approdo di navi di maggiore stazza. Dovevano scegliere un nome importante da attribuire alla nuova struttura marittima e il Sindaco e l’Assessore Mignano chiesero al comandante della Compagnia Carabinieri, all’epoca capitano Aldo Lisetti, di suggerire il nome di un eroe dell’Arma. La loro stima nei confronti dei Carabinieri era immensa e traeva motiva dalla lotta senza quartiere che essi svolgevano sul territorio da alcuni anni contro la criminalità, contro la diffusione della droga e della prostituzione, favorita dalla presenza di molti locali notturni frequentati da due – tremila marinai della VI flotta che sbarcavano e vivevano alcuni periodi dell’anno sulla terra ferma. 

Salvo D’Acquisto

Diverse le deliberazioni di giunta e consiliari emesse in quegli anni per manifestare plauso e riconoscenza all’Arma anche con una proposta di medaglia al Valor Civile. In questo contesto Lisetti suggerì il nome del vice brigadiere Salvo D’Acquisto, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, il quale, da innocente e a ventitré anni d’età, si era offerto in olocausto al plotone di esecuzione del comando tedesco per evitare l’eccidio di ventidue persone catturate per rappresaglia dopo l’esplosione, in una caserma della Guardia di Finanza, di una bomba “innescata” che aveva ucciso un militare germanico e ferito gravemente altri due. Da qui la deliberazione di intitolare il nuovo porto al sottufficiale dei Carabinieri.

Questa storia è tornata alla mente a Lisetti, a seguito di una mia intervista dopo aver letto un suo libro. Come noto l’ufficiale da quegli anni Settanta decise di divenire cittadino gaetano lasciando la sua famiglia a Gaeta, a seguito del trasferimento in altre sedi, tornandovi a vivere allorché è andato in pensione al culmine della carriera, che lo ha visto divenire generale di corpo d’armata. In proposito l’ho intervistato e, elargendomi come suo solito un sorriso, mi ha confidato la sua sorpresa, scaturita da recenti ricerche storiche, perché quando propose il nome di D’Acquisto non sapeva che a sottoscrivere la proposta di Medaglia d’Oro alla memoria del sottufficiale fosse stato proprio un cittadino gaetano, il generale di  corpo d’armata Taddeo Orlando, che durante gli ultimi anni della guerra fu Ministro e poi Comandante generale dell’Arma dei carabinieri reali. “Una coincidenza ed un valore straordinario – la definisce Lisetti – che dà forza alla storia e all’identità di Gaeta. Il porto Salvo d’Acquisto, le presenze di viaggiatori per turismo e per commercio trasferirebbe il nome del nostro Eroe – oggi anche all’esame per la beatificazione presso la Santa Sede – in tutto il mondo soprattutto quando l’importante struttura sarà pienamente operativa”.  Nel prossimo numero il nostro resoconto sulla polemica Cardi – Reale nei confronti dell’applicazione di una delibera comunale del lontano 1950.