Aveva novantadue anni e pochissimi sapevano dove avesse deciso di concludere la sua vita. Margherita di Savoia, prima figlia del principe Amedeo, detto il Duca di ferro, Eroe dell’Amba Alagi, si è spenta nella sua dimora di Basilea. Era stata nominata Sua Altezza Imperiale e Reale, Arciduchessa Madre d’Asburgo d’Este, titolo in virtù del matrimonio con Roberto che fu principe imperiale d’Austria, d’Ungheria e di Boemia. A completare l’onomastica di Margherita i genitori aggiunsero Isabella Maria Vittoria Emanuela Elena Gennara del ramo di Aosta di casa Savoia.

Le nozze con Roberto d’Austria, secondogenito dell’Imperatore Carlo I, furono un evento di grandissima celebrità che nessun influencer contemporaneo potrebbe sognarsi di allestire; nobili, sovrani, regnanti e no di ogni dove vennero convocati, subito dopo la festa di natale, da Umberto II nel comune francese di Bourg-en-Bresse che molti italiani chiamavano ancora Borgo in Bressa.

Il rito civile si svolse il 28 di dicembre, quello religioso il giorno successivo però nella chiesa del monastero reale di Brou, sembrava uno Stato fantasma di nobili decaduti e in decadenza ed altri ben stabili sui loro troni, non ci furono carrozze dorate ma automobili e chauffeur e guardie e poliziotti di sorveglianza, i rotocalchi dell’epoca offrirono le prime pagine alla bellezza di Margherita, alta oltre un metro e ottanta, mentre Roberto dava ordini secchi in tedesco al personale addetto all’accoglienza.

Margherita aveva vissuto una infanzia doppia, suo padre, Amedeo, era uomo di carattere rigoroso ma ribelle, fu caporale e servente di artiglieria sul fronte del Carso nella Prima guerra mondiale per poi traslocare in Somalia, secondo leggenda dell’epoca, dopo aver deriso, durante un ricevimento, l’arrivo del re Vittorio e della moglie: «Ecco Curtatone e Montanara», il riferimento alle battaglie risorgimentali copriva l’altezza del sovrano e l’origine montenegrina della regina.

Sposò a Napoli, nel ventisette, Anna d’Orleans e tre anni dopo nacque Margherita. Si narra dei giochi di gioventù dell’infante nella reggia di Caserta e al castello di Miramare mentre suo padre, su ordine del duce, provvedeva, con l’ausilio del capo dell’Ufficio topografico dell’Impero, a individuare un territorio dove «ospitare», dunque isolare mille e quattrocento famiglie di religione ebraica. Preso dalla passione bellica, Amedeo fu nominato generale d’armata aerea e comandante delle Forze Armate dell’Africa Orientale Italiana.

La resa di Amba Alagi lo vide protagonista, Amedeo fu fatto prigioniero dagli inglesi e mandato in Kenia, la malaria e la tubercolosi lo portarono alla morte. Margherita aveva undici anni, sua madre, Anna insieme con le due figlie Margherita e Maria Cristina, venne arrestata a Firenze e deportate in Austria. La storia e la liberazione avrebbero fatto il resto ma con un risvolto negativo e grottesco, il Negus Selassiè volle rendere omaggio alla famiglia di Amedeo che aveva rispettato il popolo etiope, invitò, dunque, in occasione di una visita in Italia, la vedova Anna per una colazione ma il governo Pella, con lo stesso primo ministro anche agli Esteri, fece annullare l’incontro ritenuto un’offesa alla Repubblica.

Margherita e suo marito presero domicilio in Francia, Roberto svolgeva compiti di impiegato di banca, gli restava la memoria della nascita nel castello di Schonbrunn.

In seguito la coppia si trasferì prima a Mulhouse e quindi in Svizzera, a Basilea. Qui Margherita, dopo la scomparsa del marito nel Novantasei, ha vissuto, in modo assolutamente discreto, i suoi ultimi anni. Ne conservano il nome e la storia i cinque figli, l’arciduchessa Maria Beatrice, gli arciduca Lorenzo, Gerhard, Martin e l’arciduchessa Isabelle, tutti nati a Boulogne-Billancourt.

Margherita di Savoia Aosta