La notte di San Giovanni da Maranola vista dal professore Antonio Forte, storico e scrittore teatrale.

E’ un maranolese doc innamorato del suo paese e ci dona un altro ricordo legato questa volta alla festività di San Giovanni Battista, ricordiamoci che una volta Maranola comune autonomo giungeva sino al mare.

Racconta: “Il 23 giugno, la notte che precede la nascita di San Giovanni Battista, è da sempre considerata una notte magica, durante la quale si celebrano riti propiziatori e purificatori.

La magia è legata al solstizio d’estate, che segna l’inizio della nuova bella stagione.

Il solstizio d’estate cade nel giorno più lungo dell’anno e in questo periodo la natura giunge al massimo splendore.

Nonostante la forte rinascita, bisogna prestare attenzione agli eventi sfortunati come siccità, forti temporali o malattie delle piante, che rovinerebbero i raccolti.

”Questo è quanto si può trovare con una ricerca accurata su internet oggi, mentre da bambino, era mio nonno Luca che mi raccontava dei prodigi della notte di San Giovanni.

Anche noi maranolesi, eravamo alquanto devoti al Battista.

Si scendeva da Maranola a piedi, per andare ad assistere il giorno della festività, alla Chiesa del Rione Mola, alla celebrazione del sacro rito per il santo precursore dell’avvento del Messia.

La processione, i fuochi a Mare, e tutto quanto nel tempo si è  consolidato, anche se oggi con le restrizioni anticovid, non tutto si è potuto riprendere dall’antica tradizione.

Ma quello che particolarmente ricordo, era la discesa a Mola, la notte della vigilia di San Giovanni, e si aspettava la mezzanotte, per immergere i piedi nudi nell’acqua della darsena, nei pressi della Torre di Mola, là dove un tempo, c’era la chiesetta dedicata appunto a San Giovanni, prima ancora che venisse costruita quella nuova ,molto più grande, che ora fa bella mostra di sé a poche centinaia di metri e che è diventato il luogo di riferimento della stessa Parrocchia con canonica annessa.

Non so di preciso se immergere i piedi per alcuni minuti in quell’acqua del formianum, recitando alcuni pater, ave, gloria, veramente guarisse reumatismi o altri malanni.

Ma ricordo bene che da bambino una notte accompagnai mia nonna Lucia, che insieme ad altre donne, scendemmo da Maranola per, bagnarci i piedi, e poi per un tratto scalzi, senza asciugarli, altrimenti il prodigio non si avverava, ritornammo sui nostri passi verso il nostro borgo.

Non molti la sera del 24 giugno scendevano ad ascoltare la musica lirica, della banda formiana diretta dal Maestro Serra. Immancabili il gruppo di anziani con in testa Michele Treglia,ed Aldo Minutillo, mentre noi giovani ragazzi, ce ne stavamo su in piazza e dal belvedere  assistevamo  alla parata dei “fuochi” interminabili che illuminavano  in bella evidenza, lo scenario del Golfo di Gaeta.

Uno spettacolo emozionante ed irresistibile, che ancora riesco a godere dal terrazzo della mia abitazione.

E che spero anche questa sera si ripeta”.