FORMIA, scuola Penitro – Di seguito pubblichiamo lo sfogo di Giovanna Lambiase, cittadina formiana: “Questa volta non è stata la cassetta dell’Enel ad avere avuto la peggio ma la nostra scuola, la scuola elementare Giovanni Bosco di Penitro di Formia. Se sia stato lo stesso scellerato o lo stesso gruppo di scellerati, ancora non c’è dato saperlo, sappiamo solo ed eviteremo di elencarli, che tanti gesti ignobili e deplorevoli, sono stati compiuti nelle nostre classi, laddove siedono i nostri figli.

Ciò che sappiamo con certezza è che qualche sera prima già una banda di ragazzi, con spranga a seguito, aveva cercato di sfondare il muro realizzato dal comune all’interno del campetto. Episodi simili purtroppo si perpetuano all’infinito e da troppo tempo, ciò che qui ci sta particolarmente a cuore è sollecitare alla denuncia. Lasciare impuniti soggetti del genere significa lasciarli liberi di riperpetuare qualsiasi forma di reato. Chiunque fosse in possesso di filmati, foto, o informazioni utili alle forze dell’ordine è invitato, cortesemente, a girare il tutto ai Carabinieri, dov’è stata già depositata denuncia contro ignoti. Assumersi le proprie responsabilità significa consegnare, ai propri figli, un mondo migliore !!!”

Paola Villa ha commentato così l’accaduto: “Di nuovo una scuola, di nuovo ci rimettono i ragazzi, i docenti, tutto il personale ATA e le famiglie. Vandali senza dignità e senza vergogna, non c’è molto da aggiungere. Invece un quartiere, quello di Penitro, che RESISTE, che cerca di non farsi abbattere dall’ennesimo atto scellerato, contro tutti, nessuno escluso. Se da un lato è giusto chiedere la messa in sicurezza dell’area, come istallare videocamere e ripristinare il sistema di allarme, dall’altro la richiesta è di non girarsi dall’altra parte. Una devastazione simile non può non aver avuto occhi che hanno visto o orecchie che hanno udito. Il Comitato di Penitro come al solito ci mette la faccia, ma qui ce la dobbiamo mettere tutti. Chi ha informazioni utili le faccia pervenire in qualsiasi forma alle forze dell’ordine. Perché devastare una scuola è devastare la città.”