Conosco Giuseppe Larotonda, padre di una delle tante eccellenze della nostra città ma che ha stabilito altrove la propria residenza portando con sé il proprio bagaglio culturale. Ho incontrato recentemente Giuseppe e chiedendogli del figlio mi sono sentito rispondere che si è trasferito in Toscana. Pierluigi Larotonda è uno scrittore nato a Formia nel 1973 che oggi vive a Prato, dove scrive sul settimanale Bisenziosette e conduce un programma culturale su radiocanale7. Intervistare uno scrittore è sempre un’ottima opportunità per conoscere meglio il suo lavoro e le sue ispirazioni, per questo l’ho raggiunto telefonicamente per farmi raccontare dei sui libri e di come conduce la sua rubrica radiofonica.

Quando hai lasciato Formia e perché?

Verso la fine degli anni Novanta. Ho vissuto prima ad Alessandria, prestando servizio civile nella locale sezione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Un’esperienza per me bella e importante, in quanto, attraverso il trasporto di persone diversamente abili, ho potuto conoscere varie zone del Piemonte. Nel 2001 il trasferimento a Prato, città industriale, soprattutto tessile, ma anche ricchissima di cultura e movimenti artistici contemporanei. Oltre alla questione dell’occupazione, la spinta a lasciare Formia penso fu anche la voglia di intraprendere nuove esperienze di vita in luoghi diversi da quelli vissuti fino alla laurea in Economia.

In quale Università ti sei laureato?

All’Università degli Studi di Cassino.

Cosa ti porti dentro della nostra città tirrenica?

Tante cose ma una su tutte il mare. Amo il mare e le storie di mare. Il 2022 è stato il cinquecentesimo anniversario della prima circumnavigazione attorno al globo, compiuta da Magellano e raccontata nel diario di navigazione dall’italiano Antonio Pigafetta. Così, partendo dalla documentazione storica del XVI secolo, ho scritto un libro per bambini e ragazzi dal titolo Antonio Pigafetta sulle navi di Magellano. Un volume illustrato da un’artista russa e pubblicato da Freccia d’Oro edizioni. L’ho presentato anche a Bologna, in una piccola biblioteca. Sono molto legato, ritornando a Formia, alla Torre di Mola, pilastro simbolico della città. Su di essa, in fondo, sono trascritte centinaia di racconti, molti ancora da scoprire.

Un altro libro che hai scritto è stato di recente presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. Un traguardo importante. Parlamene.

Si tratta di un saggio d’inchiesta pubblicato da Giazira scritture e nel quale affronto l’omicidio del capo della mobile di Napoli, vicequestore Antonio Ammaturo. Il 15 luglio del 1982, primo pomeriggio, veniva assassinato in Piazza Nicola Amore questo integerrimo funzionario di polizia da parte di un commando di brigatisti rossi. Uccisero il capo della mobile e la guardia scelta Pasquale Paola. In quel periodo le Brigate rosse, a Napoli, erano ormai allo sbando eppure decisero di eliminare il vicequestore malgrado questi si fosse sempre occupato di criminalità organizzata, soprattutto camorra, e mai di terrorismo. L’anno prima i terroristi rossi sequestrarono il potente assessore ai lavori pubblici della Campania, Ciro Cirillo, e nel luglio dello stesso anno liberato grazie al pagamento di una cospicua somma di denaro. Per anni, sottovoce, si è parlato di una responsabilità della camorra cutoliana mentre io ho lavorato sulla pista della Nuova Famiglia, i nemici di Raffaele Cutolo. I brigatisti rossi che uccisero Antonio Ammaturo furono protetti da Renato Cinquegranella, killer della Nuova Famiglia e, del resto, anche il Procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo il 15 luglio 2022 si esprimeva su una possibile riapertura del caso, ponendo come condizione necessaria proprio l’arresto del latitante Cinquegranella. 

Dedicherai un giorno un libro alla tua Formia?

Non penso. Forse perché, amandola troppo, rischierei di non aver quel giusto distacco necessario alla stesura di un romanzo o di un saggio.

Raccontami un po’ della tua attività come speaker radiofonico?

Conduco una rubrica culturale conosciuta come Racconti Urbani. Ogni settimana abbiamo un ospite, in genere uno scrittore o pittore, con il quale discutiamo non solo delle sue opere ma anche dei collegamenti con le varie tendenze artistiche nazionali e internazionali. Importante è l’elemento metropolitano. le storie urbane. La radio con la quale collaboro, Radiocanale7, è una web radio professionale, con due studi di registrazione tutti rigorosamente forniti di pannelli fonoassorbenti. Sembra di entrare in una radio dal sapore tradizionale ma proiettata nel futuro. Collegamenti nazionali e non solo. Addirittura abbiamo un programma seguito dalla comunità rumena e da tanti della stessa Romania, ovviamente condotto nella loro lingua. Programmi sul cinema, sulla musica napoletana, sul calcio.

Allora potresti dedicare qualche puntata per parlare di Formia.

Direi di sì. In fondo Formia fa parte di un’area metropolitana complessa, laziale ma con sfumature di cultura e sapori campani. Poi il mare, elemento vitale che racconta, che narra. Un argomento da trattare sarebbe anche quello del dissesto idrogeologico, non grave ma comunque già preoccupante, che ha portato, causa piogge intense, a frane e tragedie sfiorate. Basti pensare agli allagamenti di settembre e novembre dello scorso anno, che hanno evidenziato la fragilità di un territorio e testimoniato che per anni si è costruito senza tener presente dei problemi geologici.