Sorseggia un caffè ma dentro c’è dell’urina al posto dell’acqua. A Formia la grottesca vicenda – Questa notizia, giunta alcuni giorni fa, sembrava quasi non credibile. Poi la Procura della Repubblica di Cassino ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti e senza alcuna ipotesi di reato, su quanto avvenuto. Tutto parte dalla querela presentata presso il commissariato di polizia di Formia da parte di una vigilessa, le cui origini sono della provincia di Caserta e in servizio presso il Comune di Formia.

La donna, prima di iniziare il turno, aveva deciso di fare una pausa e consumare un caffè presso un distributore automatico che si trova all’interno del Comando. Dopo aver sorseggiato, la vigilessa si accorge che qualcosa non va. Si sente poco bene e si reca in PS. La verità affiora grazie a un collega, residente a Minturno, che ha l’intuizione di controllare l’interno del distributore automatico.

Il serbatoio che avrebbe dovuto contenere l’acqua da miscelare col caffè presenta urina al suo interno. La domanda è istintiva- Perchè? Chi mai può avere interesse nel fare una cosa simile? Possibile che qualcuno abbia preso lucciole per lanterne? Confuso dei serbatoi? Per la serie, mi urge così tanto da riempire il primo contenitore che trovo? E chi lo ha montato, forse per caricare il distributore, non ne ha visto il diverso colore dell’acqua? Le pareti del serbatoio nel distributore sono trasparenti o opache?

Chi è stato? Una unica persona che ha direttamente sversato l’urina nel serbatoio del distributore oppure conoscendo i tempi tecnici delle ricariche dell’acqua, ha versato prima l’urina nel serbatoio e poi ha aspettato che la ricaricasse un tecnico ignaro? Ci vorrebbe Ellery Queen.

Il fatto ha il sapore del grottesco. La Procura, successivamente alla denuncia della vigilessa, ha deciso di intervenire disponendo l’esame genetico delle urine e della saliva a tutti gli operatori in servizio presso la polizia locale del Comune di Formia. Italia Nostra Onlus sezione Golfo di Gaeta esprime solidarietà alla vigilessa e a tutti coloro che vivono assurde circostanze.

Questi sono gesti che non fanno onore alla nostra Comunità. Qualora questo atto fosse da interpretare come un gesto di protesta, ci sono vari modi per dissentire su determinate questioni, primo fra tutti il dialogo, l’espressione assertiva del proprio pensiero. Questo gesto denota immaturità, desiderio di prendersi gioco degli altri. L’augurio che presto la Procura di Cassino possa fare luce e addipanare la matassa.