Gaeta (LT)

“Un allevamento di polli”, così la scrittrice pontina Manuela Salvi, ha definito i turisti del Golfo che stazionano sulle spiagge invase da “lunghi recinti fino a riva”. Una reportage, quello della Salvi, che punta a mostrare l’altro lato della medaglia: l’assenza, o quasi, di spiagge libere a Gaeta. “Sto realizzando un reportage sullo scempio delle spiagge libere a Gaeta – ha postato la scrittrice sui social con tanto di video allegato – cominciamo dalla spiaggia di Serapo: un’insenatura meravigliosa che appare oggi come un allevamento di polli, turisti, in batteria: recinti lunghi che arrivano fino a riva, concessioni ogni anno più estese, assenza di spiagge libere.

Un approccio al turismo che non rispetta il dono di una natura meravigliosa come questa dovrebbe essere proibito per legge – ha concluso la Slavi – La natura è di tutti”. Fa sempre più discutere la gestione degli arenili liberi a Gaeta: dalla centrale Serapo a Sant’Agostino le numerose segnalazioni e proteste dei cittadini di Gaeta e turisti che si recano in spiaggia per godere delle bellezze del litorale pontino, riguarderebbe in particolar modo “l’imposizione” dell’affitto delle attrezzature a quanti vorrebbero usufruire della spiaggia. Spiaggia che in realtà altri non è che del demanio e che quindi gli stessi cittadini avrebbero tutto il diritto di usufruirne anche senza l’obbligo dell’affitto dei lettini e ombrelloni.

Una questione mai sopita quella della presenza/assenza delle spiagge libere, anche durante la stagione balneare 2020, ma che si è recentemente acuita dopo la chiusura da parte  del Comune di Gaeta alla piccola spiaggia libera in fondo a Serapo, lato Fontania, da sempre molto amata e frequentata soprattutto dai più giovani.