Golfo di Gaeta, Mare Inquinato – 5 iniziative: Se tutti noi, istituzioni – associazioni – cittadini, vogliamo salvare il Golfo di Gaeta e garantire la sua vivibilità nell’interesse esclusivo di tutti sono necessarie e indifferibili cinque iniziative:

1. imporre al gestore Acqualatina di effettuare una “depurazione spinta” per l’abbattimento di fosforo e di azoto nei depuratori di Formia e di Gaeta. È stato ricordato che i reflui urbani sono responsabili per oltre il 60% dell’inquinamento complessivo delle acque del Golfo;

2. dotare di una condotta sottomarina il depuratore di Gaeta, per consentire lo scarico dei reflui al largo e non vicino alla costa;

3. spostare off shore, fuori dall’Area Sensibile, gli allevamenti ittici, con il concorso finanziario della Regione Lazio, per una maricoltura moderna, biologica e sostenibile;

4. promuovere ed incentivare le buone prassi nei settori agricolo e zootecnico nell’area del bacino dei corsi d’acqua Pontone e Capodacqua e rafforzare i meccanismi di controllo;

5. elettrificare le banchine del porto di Gaeta.

RESOCONTO DEL WEBINAR MAL DI MARE, IMPORTANTE OSSERVATORIO

MARE INQUINATO, GOLFO DI GAETA – Recentemente a cura dell’Associazione Incontri & Confronti si è tenuto un incontro – dibattito sull’inquinamento della parte più interna del Golfo di Gaeta, quella che la Regione Lazio, con la delibera di Giunta Regionale n.116/2010, ha classificato “Area Sensibile”. Nel corso dell’incontro il primo relatore, l’ingegnere Marcello Di Marco, ha illustrato le conclusioni di importanti studi (SAMOBIS per tutti), tutti concordi nell’affermare che l’inquinamento è dovuto alle alte concentrazioni di fosforo e azoto causate dagli scarichi dei depuratori, dalle deiezioni dei pesci degli allevamenti ittici e dai residui della zootecnia e dell’agricoltura riversati nei corsi d’acqua che sfociano nel Golfo. C’è poi il problema più generale di prevenire l’inquinamento ambientale derivante dalle installazioni portuali presenti nell’Area Sensibile, in primis del porto commerciale di Gaeta, specialmente se accentuerà il suo ruolo croceristico. A tale scopo sono stati illustrati i risultati (2017) sull’inquinamento dell’aria registrati da una centralina posta a ridosso del porto: i suoi dati rilevano una preoccupante presenza di particolati (PM10) e di ozono (O3).

Per abbattere i quantitativi di fosforo e di azoto presenti negli scarichi a mare e limitare gli apporti nocivi per l’ambiente delle attività del porto, l’associazione ha individuato una serie di proposte esposte nei cinque punti in pagina. Sono state inoltre illustrate le linee guida dell’ISPRA per la localizzazione degli impianti di pescicoltura. L’argomento è di stretta attualità alla luce della delibera regionale che si accinge a pianificare l’uso della fascia marittima regionale. Sul tema della pescicoltura, il secondo relatore, il biologo marino dottore Agostino Balzano, ha illustrato le modalità e le opportunità legate ad uno spostamento off shore degli impianti. Per Balzano la pescicoltura deve essere un’attività sostenibile, che non significa solo salvaguardia delle risorse ambientali. Essa deve essere al tempo stesso economicamente valida, tecnologicamente avanzata, e socialmente accettabile.

Il sussidio pubblico allo spostamento delle gabbie, in particolare dell’Europa, non può essere slegato da un progetto alla cui base ci devono essere: la valorizzazione delle produzioni attraverso marchi di qualità, che nell’ambito della filiera identificano la componente ambientale e offrano qualità e sicurezza di prodotto; l’applicazione di nuove tecniche di allevamento, di tecnologie appropriate ai luoghi e alle diverse situazioni, al fine di ridurre gli impatti ambientali; lo sviluppo di procedure di tracciabilità e rintracciabilità e l’applicazione di metodologie di produzione biologica; l’adozione di protocolli di monitoraggio ambientale e di misure per la riduzione e/o mitigazione degli effetti ambientali; lo sviluppo della ricerca e della tecnologia nel settore. Tutte le proposte avanzate nel corso del webinar hanno l’obiettivo di preservare la Biodiversità del Golfo, la salute dei suoi cittadini, l’economia del suo territorio. Gaeta, Formia e Minturno rappresentano un sistema metropolitano costiero che conta circa 80.000 abitanti residenti, distribuiti sui 22 Km. di costa.

Il mare e l’ambiente ignorano i confini amministrativi. Essi non appartengono ad un municipio piuttosto che ad un altro. Perciò è interesse di tutti adottare politiche di salvaguardia comuni sotto il coordinamento di enti sovracomunali. Se ciascuno degli enti in indirizzo farà la sua parte sarà tutto il Golfo ad avvantaggiarsi delle migliorate condizioni ambientali e i frutti economici dell’investimento speso non tarderanno ad arrivare.