Gerardo Stefanelli con la nonna materna

MINTURNO – In un documento pubblico un folto gruppo di persone che si riconoscono nel Partito Democratico, in vista delle prossime elezioni amministrative, tra l’altro, hanno scritto: “Nei comuni che vanno al voto si costruiscono alleanze a geometrie variabili ed in alcuni casi alleanze confuse, indistinte in nome di una governabilità comunque sia e ad ogni costo. Per questo diciamo basta tatticismi, basta con una concezione da capi corrente nella gestione del partito che sta uccidendo la vita democratica e riducendo l’agibilità e la cittadinanza politica per tante e tanti di noi.

Tutto questo impone un cambio di passo. A tutto ciò dobbiamo ribellarci e non basta più indignarsi. Dobbiamo riprenderci la politica, coltivare il pensiero lungo, nel quale dirsi democratici e progressisti corrisponda inconfutabilmente alla nostra idea di società, di partecipazione e di democrazia. È questa la sostanza del campo largo dei progressisti e dei democratici: tenere unite esperienze politiche diverse, civiche e associazionistiche per un progetto che rimetta al centro la persona e la sua emancipazione dalle diseguaglianze. Torniamo ad essere un partito popolare e radicato con una netta identità. Hanno ragione i giovani democratici della provincia: bisogna mettere in sicurezza il PD. Non uccidiamo la speranza di chi ancora crede che la politica sia fatta di ideali, passione, partecipazione e non solo ed esclusivamente di potere”.

Al di là di chi l’ha scritto e di chi siano i destinatari effettivi è un documento che certamente affascina per l’obiettivo di una tensione ideologica alla base delle proprie azioni. Mentre a livello nazionale Gianni Letta vive il suo ruolo di leader attaccando quotidianamente la Lega e Matteo Salvini, nel nostro comprensorio il PD annulla – in maniera assurda – la sua visibilità.

L’ha fatto a Gaeta, l’ha deciso a Formia e a Minturno? Qui non reggerà la strategia del capo gruppo consiliare (ora dimissionario) Matteo Marcaccio di difendere il perimetro politico che ha portato alla vittoria Gerardo Stefanelli che, proveniente dall’UDC del senatore Michele Forte, era approdato al PD, per poi lasciarlo per seguire il disegno politico di Matteo Renzi con Italia Viva, dove unico sindaco pontino aderente è divenuto consigliere nazionale. Gerardo Stefanelli non ha nessuna intenzione di restare come sta ma vuole allargare a tutte le forze civiche, sia a quelle che sono già nel cartello ma anche a quelle che già lo sostengono pur sedendo all’opposizione consiliare.

Attualmente a Minturno Il PD ha sei consiglieri comunali, il presidente dell’assise civica, due assessori. Certamente con l’allargamento a Massimo Signore, Maria Di Girolamo e Maurizio Faticoni e ai loro movimenti civici il PD sarà fortemente ristretto tra i movimenti civici già presenti e quelli che aderiranno. Gli analisti danno il PD – se vuole restare in maggioranza – massimo a tre consiglieri comunali e un assessore, con il rischio che possano anche essere due soli gli eletti e il terzo si salva se il sindaco riconfermato sceglie come uno dei cinque assessori uno dei due eletti ma se il terzo non è gradito a lui o agli eletti certi del PD allora spunterà un tecnico del PD. Come è stata gestita l’elezione del nuovo presidente dell’assise civica è la dimostrazione concreta di come sia lacerato il PD dove nessuno vuole favorire la crescita di un compagno. Dopo l’estate il verdetto.