Sarà dedicato a Don Simone Di Vito il salone dell’oratorio – Il parroco di Santa Albina V.M. in Scauri don Antonio Cairo annunzia: “Nel trigesimo della morte di don Simone Di Vito la comunità parrocchiale di Santa Albina si riunirà sabato 4 marzo alle ore 18.30 per celebrare l’Eucarestia di suffragio e di gratitudine e, nel ricordo del trentennio di ministero pastorale, dedicherà al suo parroco emerito il salone dell’oratorio nel quale ha raccolto per tanti anni i ragazzi e i giovani per guidarli alla conoscenza del Vangelo”. Un’intitolazione doverosa. Su proposta della commissione di toponomastica comunale la strada da cui si accede ai locali è dedicata al primo parroco ed edificatore della chiesa il compianto Don Angelo Di Giorgio, recentemente l’oratorio totalmente rinnovato è stato dedicato a Don Giorgio Serenari, già cappellano della Stazione Termini, per innumerevoli anni amico fidato e collaboratore di don Simone Di Vito che lo stimava molto. Ora il salone sarà dedicato al secondo parroco che è morto repentinamente, senza che si potesse presagire un suo decesso a soli 74 anni. La comunità che lo ha avuto come guida per un trentennio è rimasta profondamente scossa e si è riunita in preghiera per lui il giorno dopo le esequie, nel settenario e ora nel trigesimo. Una perdita difficile da accettare per coloro che lo hanno avuto come protagonista dei vari momenti lieti e tristi delle proprie esistenze.

Sarà dedicato a Don Simone Di Vito il salone dell’oratorio – Con lui parroco il terreno – ora oratorio – fu acquistato da un privato e annesso alla proprietà parrocchiale. Don Antonio Cairo grazie a una convenzione con il Comune ha reso possibile la realizzazione di un progetto agognato da tutti. Ricordando prima don Giorgio Serenari ed ora don Simone di Vito ha voluto affidare alle future generazioni una testimonianza storica degna di essere raccontata. Tra l’altro il Consiglio Comunale di Minturno su proposta del sindaco Gerardo Stefanelli ha voluto conferirgli durante una cerimonia solenne la cittadinanza onoraria che lo rese particolarmente felice. Ed ora un nuovo tassello perché il suo nome sia quotidianamente leggibile nella sua chiesa parrocchiale. È cosa buona e giusta onorare i propri presbiteri.