Carlo, Nicola e Marella Caracciolo

Oggi la giornata è stata segnata da un lutto che ha colpito profondamente chi scrive. Durante la notte antecedente la Festa della Liberazione (periodo storico da lui trattato da vero studioso ed esperto più volte per Rai Storia e in numerose pubblicazioni) si è spento il principe Nicola Caracciolo, presidente nazionale onorario di Italia Nostra Onlus. Ha raggiunto nel regno dei cieli i fratelli Carlo editore e Marella, incomparabile sposa di Gianni Agnelli. Il loro padre era il principe napoletano Filippo Caracciolo di Castagneto, diplomatico di carriera, laureato in economia, altresì autore di varie opere letterarie. Dal padre avevano preso tantissimo, in particolare il portamento e il modo di parlare riflessivo e sobrio. Negli anni sessanta il loro padre era consulente dell’Ufficio Studi dell’ENI, presidente dell’ACI ed editore della rivista L’Automobile. Era stato anche segretario nazionale del Partito d’Azione e amico fraterno di Ugo La Malfa. Nicola Caracciolo di Castagneto, Duca di Melito, nacque il 19 maggio 1931 a Firenze, figlio appunto diFilippo Caracciolo e di Margaret Clarke. I suoi nonni erano Meralda Dati Maria Margherita Argyra Mele BareseNicola Caracciolo di Castagneto, 2° Duca di Melito. Tra i suoi bisnonni Don Filippo Caracciolo di Castagneto, 1° Duca di Melito. Era stato ospite di Italia Nostra Sezione del Golfo di Gaeta dove aveva ritirato il Premio Nazionale di Giornalismo Minturno – Scauri fondato dall’AAST locale in occasione di una conferenza promossa presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico Statale Leon Battista Alberti di Marina di Minturno. Entusiasmò tutti gli studenti presenti.

Da sinistra Jacopo e Lapo Elkann (figli di Margherita Agnelli), Marella Caracciolo Agnelli, Carlo Caracciolo, Filippo Caracciolo (che morirà a 36 anni), Nicola Caracciolo e Marella, figlia di Nicola e sorella di Filippo. Dei sette personaggi ora sono viventi i fratelli Elkann e Marella Caracciolo

Nicola Caracciolo da circa una settimana era ricoverato in una clinica, oggi 25 aprile le sue condizioni si sono aggravate, se n’è andato durante la notte. La famiglia, appena sarà possibile, porterà le ceneri del nobiluomo nella sua Garavicchio, a Capalbio. È stato corrispondente da Washington per il quotidiano La Stampa di Torino. Ambientalista, fine intellettuale, il suo nome è legatissimo in Maremma alla battaglia contro la realizzazione dell’autostrada. Attivo fin dalle campagne contro la centrale elettrica di Montalto di Castro. A Capalbio, è stato presidente della giuria del premio letterario di piazza Magenta e presidente onorario della Sezione Maremma Tuscia di Italia Nostra, presidente di Italia Nostra Consiglio Regionale della Toscana e infine presidente onorario di Italia Nostra nazionale, nonché direttore della rivista periodica di Italia Nostra, la prima associazione ambientalista ad essere fondata in Italia. Il 7 marzo 2013 aveva subito un dolore lancinante: all’ospedale di Pisa, dopo aver combattuto a lungo con una malattia, muore Filippo Caracciolo, suo figlio e di Rossella Slitter. Il figlio della coppia, che è stato anche dirigente di Mediobanca, aveva 36 anni ed era sposato con Fabrizia Casagrande: a lungo era stato curato anche in una clinica specializzata di Houston, negli Stati Uniti. Ha lasciato due figlie piccole, Matilde e Raimonda. Per volontà della famiglia la salma fu trasferita nella tenuta dei Caracciolo a Garavicchio. Ai funerali furono presenti la cugina Jacaranda, i cugini John, Lapo e Ginevra Elkann, la zia Marella Agnelli e l’altra cugina Margherita Agnelli. La cappella è la stessa dove, nel dicembre del 2008, furono celebrati i funerali dello zio, l’editore Carlo Caracciolo, e dove ora lo raggiungerà il padre di Filippo. Sembra una maledizione quella che colpisce i giovani di sicuro avvenire legati alla famiglia Agnelli.

Destini per i quali la scienza nulla può. Stesso percorso che vide protagonista il grande Giovannino Agnelli, presidente della Piaggio. Tornando a Nicola Caraccialo, riportiamo la testimonianza di Luigi Bellumori, già sindaco del Comune di Capalbio: “Arrivi al mondo e incontri una persona come Nicola e pensi che lui ci sia sempre, nella tua vita. L’ho conosciuto più di quarant’anni fa nella sua villa a Garavicchio. Al di là del rapporto istituzionale che ci ha legati, con Nicola c’è stata una profonda amicizia. Questa notizia mi ha rattristato davvero tanto. Gli insegnamenti resteranno. Un caro abbraccio colmo di dolore ma conoscendo il tuo carattere so che dalla collina di Garavicchio continuerai a vegliare su di noi. Un pensiero affettuoso a Rossella! Grazie per quanto hai sempre fatto. Ciao Nicola!”. Italia Nostra lista a lutto la sua bandiera, affranta anche dell’impossibilità di un funerale pubblico. Chi scrive lo ricorda con struggente affetto e stima. Era un grande!