Ponza non è solo turismo estivo bensì è uno scoglio con una lunga e interessante storia, a volto poco conosciuta dagli stessi turisti che vi trascorrono le vacanze estive. Ricca di affascinanti cale, ovvero insenature marine con acque poco profonde, nella zona nord-ovest dell’isola, attrae, durante la stagione estiva, moltissimi turisti provenienti da tutto il mondo che ne restano completamente rapiti per via delle sue straordinarie bellezze naturali ma l’isola oltre ad essere stata utilizzata come terra di confino nel periodo fascista, possiede una storia e cultura della pesca molto antica legata alla storia della colonizzazione avviata nel 1734 dal re di Napoli Carlo III. In particolare è interessante conoscere la storia della pesca del corallo praticata già dai greci (23 d.C. –79 d.C.) nelle acque di Napoli. Arabi e genovesi (detti i “corallari”) furono per lungo tempo, tra il ‘400 e il ‘600, tra i più abili pescatori di corallo che veniva prelevato lungo le coste della Corsica, della Sardegna e dell’Africa. Ma i pescatori di Torre del Greco riuscirono a raggiungere il primato grazie alla loro abilità nel saper fronteggiare il mare e i pirati barbareschi. Nel 1845 il sindaco di ponza, Crescenzo Colonna, varò degli Statuti comunali che disciplinavano la pesca nei paraggi dei coralli e verso la fine dell’Ottocento venne registrata “la marineria delle isole di Ponza e Ventotene dedita alla pesca del corallo in Barberia”, praticata dal compartimento di Torre del Greco. Tra le famiglie torresi che occuparono Ponza, in principio la zona delle Forna, vi erano: Vitiello, Aprea, Sondolo, Romano, Balzano, Feola, cognomi tutt’oggi molto diffusi sull’isola. Nel 1897, un viaggiatore svizzero, Johann Karl Graeser dopo aver visitato Ponza scrisse: “a marzo gli uomini vanno sulle coste di Sardegna, Francia e Africa per la pesca del corallo e delle aragoste e fanno ritorno a dicembre in quanto molti di loro emigrarono in America per vendere la pregiata merce”. La pesca del corallo cominciava ad aprile e terminava a settembre e con il tempo i ponzesi si diffusero lungo tutta la costa nord-ovest della Sardegna, soprattutto ad Alghero dove si trovava il corallo più prezioso. Quando però nel 1846 il re di Sardegna rese libera la pesca del corallo iniziò il suo tracollo e i ponzesi preferirono dedicarsi alla pesca delle aragoste. Tra la Sardegna e Ponza iniziarono una serie di scambi commerciali di pesce, carni e formaggi. Nel 1893 nacque la “Società Commerciale Marittima Ponzese” che riuscì a imporre ai sardi i prezzi delle merci. Nei primi anni ‘20 del ‘900 Ponza divenne il punto dal quale partiva il trasporto di aragoste vive provenienti dalla Sardegna e destinate in Francia, a Marsiglia. Solo nel 1950 Ponza divenne metà per turisti e vacanzieri, prima di allora tante sono le storie e leggende che l’avvolgono, una di queste è stata quella della pesca del corallo e delle aragoste.