Accusati di Neonazismo. Ora sono liberi – Il Gip del Tribunale di Latina, Dott. Molfese, ha accolto l’istanza della difesa e ha scarcerato i due giovani, C. e S., che erano stati arrestati la scorsa settimana dalla Digos di Latina e tradotti in carcere presso la Casa Circondariale di Velletri. Gli uomini della Questura di Latina dopo oltre un anno di indagini, pedinamenti e controlli, avevano dapprima eseguito una perquisizione domiciliare rinvenendo un esplosivo artigianale fabbricato dal C.e vario materiale inneggiante al nazismo e a teorie suprematiste, oltre a volantini uguali a quelli di minaccia posizionati sulle auto della Polizia a Terracina, nei quali era riportata l’immagine di un poliziotto in ginocchio ostaggio di un uomo armato di un coltello nei pressi della gola, e poi eseguito l’analisi dei telefoni cellulari dei due giovani, dai quali emergeva innumerevole materiale inneggiante al nazismo.

Accusati di Neonazismo. Ora sono liberi – Oggi i due tornano in libertà, sottoposti al solo obbligo di firma, così come richiesto dai loro difensori, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo per C. e l’avvocato Giuseppe Lauretti per il S. .

ARTICOLO CORRELATO – Trasportava quasi un kg di cocaina in auto. Condanna soft – Si è pronunciato oggi il Gip del Tribunale di Latina, Dott.ssa G. Castriota, per la vicenda che aveva condotto all’arresto del giovane cinquantenne di Latina, P.P., nel corso di un controllo operato dai Carabinieri di Latina, che traevano in arresto l’uomo mentre trasportava quasi un Kg di cocaina sul sedile della sua auto, risultata all’esito della perizia di ottima qualità e pari a circa 4.000 dosi pronte per lo spaccio. Per l’uomo, assistito dall’Avvocato Pasquale Cardillo Cupo, il pubblico ministero, Dott. Miliano, aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione per la gravità della vicenda e il sicuro inserimento dell’imputato in pericolosi circuiti criminali.  Di diverso avviso, invece, il difensore, avendo l’avvocato Cardillo Cupo sostenuto come si trattasse di una pena eccessiva e sproporzionata, soprattutto perché richiesta nei confronti di un uomo determinatosi a commettere questo illecito solo perché preso dalla disperazione economica causata dal Covid, rimanendo vittima lui stesso di soggetti scaltri e pronti ad approfittare delle situazioni di disagio delle persone più in difficoltà. Il Giudice, all’esito della camera di consiglio, concedeva all’uomo le attenuanti generiche e dimezzava la pena richiesta dall’accusa, che l’uomo continuerà ad espiare agli arresti domiciliari. Clicca qui per continuare a leggere l’articolo.