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Buon Natale, Buon Santo Stefano, Buona Epifania, ecc… La Commissione Europea non ha il diritto di mutare i valori cristiano-giudaici che sono fondanti della civiltà europea. Dietro l’Union of Equality si nasconde un laicismo esasperante e amorfo, degno dei più tetri radical-chic, nostalgia di un sessantotto che ha demolito alla base la famiglia e i valori di una società rispettosa dei ruoli. Provino a toccare le festività islamiche o ebraiche e vedranno le reazioni. E basta con l’inglese. Nell’Unione Europea nessun popolo parla inglese. Si usi il francese, lo spagnolo, il tedesco e perché no… l’italiano. E che buffonata non usare i nomi Maria e Giovanni perché troppo indicativi della fede cristiana.

Sono orgoglioso di chiamarmi Marcello Rosario. E da oggi ancora di più userò il mio secondo nome. E Marcello era il papa che fu perseguitato dalle autorità imperiali e per non arrendersi preferì scontare la sua pena di pulire le stalle del palazzo come l’ultimo degli stallieri.

Per chi scrive se ne vadano tranquillamente al diavolo tutti i componenti e le loro raccomandazioni farneticanti.

Di seguito si riporta per una corretta informazione quanto è riferito dall’agenzia del Corriere della Sera: “Anche a Natale bisogna fare attenzione agli auguri che si fanno. Sopratutto come si fanno, se chi li riceve non è di fede cristiana. E così, la Commissione Europea spiega come è giusto rivolgersi agli altri durante il Natale, stilando un documento, una lista sulle espressioni da usare per non urtare la sensibilità di nessuno: niente riferimento religioso negli auguri, in ogni discorso sul 25 dicembre o nelle frasi scritte per mail o messaggio.

«Ogni persona in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale» senza riferimenti di «genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale».

Questo scrive Bruxelles nelle sue nuove linee guida, quelle per la «corretta comunicazione» raccomandata dalla Commissione dal titolo «Union of Equality».

Se non si può usare un riferimento religioso, come il Natale, per fare gli auguri come ci si deve orientare? Semplice, la parola «Natale» va sostituita con quella «festività» o «feste».

Ecco un esempio concreto contenuto nel documento: al posto di «il Natale è stressante», si deve dire «le festività sono stressanti». Quindi, invece di «Buon Natale» è preferibile «Buone feste». «Evita di dare per scontato che tutti siano cristiani — è l’indicazione contenuta nel documento interno —. Non tutti celebrano le feste cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date. Sii sensibile al fatto che le persone hanno diverse tradizioni religiose e calendari». Anche «Buone vacanze» potrebbe andare bene.

Un altro esempio: non usare nomi cristiani o che siano tipici di una religione. Invece di «Maria e John sono una coppia internazionale» è preferibile «Malika e Julio sono una coppia internazionale». Tra gli altri suggerimenti, «non usare mai nomi di genere come «operai, poliziotto o pronomi maschili come un valore predefinito»; «quando si utilizza una varietà di immagini, testimonianze e storie, assicurarsi che riflettano la diversità in tutti i suoi sensi».

Insomma, gli stereotipi sono da eliminare che siano basati su sesso, età ed etnia. E così, devono sparire «Signori e signore», da sostituire con «cari colleghi».

Questa iniziativa non è piaciuta. La Lega non ci sta. Simona Baldassarre, europarlamentare e responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega dice: «Dietro una comunicazione formalmente anti-discriminatoria e neutrale, si nasconde la violenza del pensiero unico, che l’Ue ha ormai sposato appieno. La volontà sempre quella di riscrivere l’idea di società, di famiglia, di natura, di vita. La tecnica è ormai nota: si cambiano le parole, si rovesciano i significati, si introduce una neo-lingua che cambia il modo di pensare dei cittadini. Siamo orgogliosi dei nostri valori e delle nostre tradizioni. Non ci faremo uniformare dall’Ue. Mi sono già attivata per presentare un’interrogazione alla Commissione Europea, perché quando si perde la battaglia delle parole, si perde la battaglia delle idee».

E pure l’eurodeputato di Forza Italia, Antonio Tajani, ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea sulla questione delle «parole che ricordano il Natale».