Covid-19 invisibile nemico delle nostre esistenze. Noi che non abbiamo conosciuto l’ultimo conflitto mondiale ora conviviamo con i bollettini medici giornalieri fornitici da quattro fonti diverse: ASL di Latina, Regione Lazio, Protezione Civile per l’Italia e OMS per l’intero globo. E come durante la guerra veniamo a sapere oggi quale sia il fronte più colpito: o l’Italia, o la Francia o la Spagna e così via limitandoci all’Europa. Negli Stati Uniti d’America i corpi portati via in sacchi a pelo e seppelliti in fosse comuni nelle periferie delle città, in Lombardia gli anziani lasciati a morire nelle case di cura e da Bergamo camion militari in colonna di notte lasciavano la città per essere seppelliti in altri cimiteri.

Città italiana stravolta dall’epidemia dopo una partita di calcio a Milano che aveva visto circa ventimila bergamaschi seduti sugli spalti. E poi l’estate, tutti fuori, a mare con le chiappe al sole (come recita una vecchia canzone) e nuovi veicoli di contagio. Con alcuni Comuni pervicacemente a proporre serate culturali, aggregative e partecipative come se nulla fosse accaduto. Possibile che le esperienze storiche di precedenti epidemie non abbiano insegnato nulla? Da Donald Trump a Vittorio Sgarbi, tanti negazionisti della domenica, stupidi sino alla follia, lotta alle mascherine che sono, invece, soprattutto simbolo del rispetto del prossimo e tutela dell’esistenza in vita nostra e delle persone a noi care. Un esempio: la spagnola che nel secolo scorso fece almeno cinque milioni di morti (secondo altri studiosi dieci o venti) si sviluppò in tre ondate. L’Australia si chiuse ermeticamente in sé stessa, rendendo i suoi porti inaccessibili a tutti nelle prime due ondate.

Poi riaprì le frontiere e per incanto fu aggredita dalla terza ondata che causò innumerevoli morti in una popolazione non preparata. I tamponi, sempre insufficienti pur essendo agognati da tanti, fanno rilevare che in Italia ogni sette persone controllate una è positiva, in Campania una ogni cinque. Alcune Regioni hanno praticamente sospeso i tamponi preferendo fare le tre scimmiette. Gli anziani oggi non hanno nemmeno diritto alla terapia intensiva in caso di bisogno, la precedenza ai giovani. La Svizzera l’ha dichiarato ufficialmente, in Italia ora si fa nella sostanza. Siamo alla seconda ondata? Quali scienziati hanno ritenuto che l’arrivo dell’estate fosse la fine di tutto, invece è stata utile ad alimentare il virus. E le norme prudenziali? Gli anziani sono i più diligenti, ma i giovani con i loro comportamenti contagiano genitori e nonni. La parola responsabilità e programmazione sono state e sono attualmente chimere in questa stagione epidemica.