Ultimi tre appuntamenti della rassegna “Parole oltre lo schermo” organizzata dall’associazione Fuori Quadro in collaborazione con il Teatro Bertolt Brecht di Formia nell’ambito del Piano nazionale “Cinema per la scuola” promosso da Miur e Mibac.

Dal 9 aprile sei appuntamenti di cinema nelle scuole medie e superiori di Formia, Gaeta, Minturno e Fondi di una rassegna che porta gli studenti a confrontarsi con una declinazione innovativa del linguaggio cinematografico tra videoproieizioni e storytelling. Tra spezzoni di film, cortometraggi e lettura gli studenti riescono ad apprendere e riflettere su argomenti di grande attualità senza noia, senza formalità, senza i classici relatori o ospiti.

Il 19 novembre all’ ITT Pacinotti di Fondi l’appuntamento è con “Perchè la guerra” con Maurizio Stammati e Chiara Di Macco, una rivisitazione del carteggio tra Sigmund Freud ed Albert Einstein sul significato della guerra nella società europea che, all’epoca dello scambio epistolare, era appena uscita dal Primo Conflitto mondiale e si avviava inesorabilmente verso la catastrofe del secondo.

Il 20 novembre all’IC Carducci di Gaeta, invece, è in programma “Di sana e robusta Costituzione” con Maurizio Stammati e Chiara Di Macco. Concepito come un gioco a incastri, una ricognizione sui valori fondanti della Costituzione italiana che resta una delle migliori del mondo. Ripercorrendone la genesi, la vocazione antifascista e gli articoli fondamentali, il testo è un modo per raccontare,  giocando, il senso molto serio della democrazia tra cinema e racconto.

Sabato 23 novembre, invece, “Io sono l’oggetto”, un omaggio all’arte di Marina Abramovic è in programma al Liceo classico Vitruvio Pollione di Formia con Chiara Di Macco e Lorena Locascio. Cos’è un artista? E cos’è un’opera d’arte? Nel corso della sua carriera, Marina Abramovič ha risposto a questa domanda in modi cangianti. Si potrebbe, anzi, dire che l’intera sua carriera sia stata, in fondo, la risposta a questa domanda. Se non altro un tentativo, che si appoggia su ben poche certezze: quella, ad esempio, che l’artista non dovrebbe avere autocontrollo sulla propria vita. Né sul proprio lavoro. O che l’artista non dovrebbe mai mentire a sé stesso e, per conseguenza, non potrebbe mai mentire agli altri.

I primi due testi sono di Alessandro Izzi,il terzo di Chiara Di Macco, le videoproiezioni di Marco Mastantuono e l’allestimento scenico di Marilisa D’Angiò.