GOLFO DI GAETA – Arriva ottobre e ricomincia la stagione delle piogge, che da anni si sono trasformate in vere e proprie bombe d’acqua, scatenando violente alluvioni, inondazioni ed esondazioni. E puntualmente rischiamo che le nostre strade si trasformino in torrenti in piena, e che i fiumi e i canali di scolo non riescono a contenere le abbondanti acque in quanto i detriti, di foglie e alberi, fungono da tappo. Fenomeni naturali imprevedibili? In parte sì, in parte no.

Infatti è possibile evitarlo facendo una giusta manutenzione nei mesi precedenti. Negli ultimi anni le alluvioni sono diventate quasi abituali dunque dovremmo aspettarcelo un po’. Ma non possiamo evitare, per quanto possibile, inutili disagi o tragici eventi? In fondo si sa che in Italia dobbiamo sempre arrivare ad ud evento tragico o catastrofico per cominciare a pensare a tali questioni. Un esempio recente che ha colto impreparato il Comune di Minturno è stato quello accaduto il 17 settembre, giorno in cui si è verificata la prima giornata di pioggia, che ha allagato la scuola dell’infanzia di Tremensuoli, successivamente chiusa, attraverso un urgente ordinanza del sindaco, per evitare di mettere a rischio i bambini che entusiasti avevano cominciato l’anno scolastico dopo un anno di DAD (didattica a distanza, ndr).

Gianola di Formia, 9 marzo 2021
Tremensuoli di Minturno. 16 settembre 2021
Gaeta, 16 giugno 2014
Formia 17 novembre 2020
Formia, 23 settembre 2019
Torrente Pontone, 6 dicembre 2020

Non è giusto che per incuria, I fiumi, i rii e i canali che ci affascinano nella bella stagione diventano protagonisti di eventi catastrofici quando scatta il maltempo. Otto anni fa, tra il 31 ottobre e il 1° novembre 2012, il Golfo di Gaeta fu colpito da un forte nubifragio durante il quale il Rio d’Itri, che interessa anche i territori di Formia e di Gaeta, straripò portando con se una vittima, l’ottantaduenne Concetta Gigliano. E non dimentichiamo che abbiamo intubato corsi d’acqua, forzando le regole della natura. Per non parlare della mancata potatura degli alberi.

La legge tutela solo le piante “monumentali” così ogni ente fa come vuole perché non essendoci regole spesso si va al risparmio. Eppure salvarli non è impossibile, come dimostrano i Comuni virtuosi in cui sono stati eseguiti lavori sul manto stradale, rimuovendo radici in modo da scongiurare pericolose cadute e abbattuti quelli in pericolo e infine messo a dimora nuovi alberi, con la dovuta perizia ecologica. Dunque bisogna migliorare, investire sulla manutenzione e prevenzione, realizzare le opere pubbliche e provare a cambiare il modo di ragionare: pensare globalmente e agire localmente. Bisogna riforestare i nostri monti e colline, azione già  possibile per legge piantandoun albero per ogni nuovo nato. E ancora. Aumentare la nostra capacità di monitoraggio dell’inquinamento, investire le nostre risorse sulla vulnerabilità idrogeologica, sulla tutela del mare, sulla mobilità pedonale e ciclabile, sulla natura e l’ambiente, sulla sostenibilità. Tale compito spetta alle amministrazioni locali e dei vari amministratori e uffici preposti che devono provvedere ad un serio monitoraggio degli interi territori comunali per evitare danni e vittime per “calamità naturali” attraverso una seria e rigorosa prevenzione.