Nel 2050 in Italia solo uno su due avrà un’età lavorativa – È una fotografia impietosa quella che arriva dall’Istat sul futuro dell’Italia: crollo delle nascite (vedere altro servizio in pagina), invecchiamento in aumento e, conseguente, assenza di lavoro. L’editorialista ha evidenziato: le previsioni parlano tristemente che da 59,2 milioni di abitanti al gennaio 2021 si passerà a 57,9 nel 2030, per arrivare a 54,2 milioni nel 2050 fino a 47,7 nel 2070. In meno di 50 anni la popolazione diminuirà di 11,5 milioni e, naturalmente anche la struttura sociale di conseguenza cambierà. L’unica speranza sono i flussi immigratori. E il lavoro? Una grande sfida per Marina Calderone, la nuova Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Meloni. Arriva alla guida del Ministero di via Veneto dopo un impegno di 30 anni nel mondo delle libere professioni. Sarda, nata a Bonorva (Sassari), classe 1965, ha una laurea in Gestione aziendale internazionale.

Nel 2050 in Italia solo uno su due avrà un’età lavorativa – È consulente del lavoro dal 1994 e dal 2005 è presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, categoria che conta circa 26mila professionisti. Dal 2009 è anche al vertice del Comitato unitario permanente degli Ordini e dei Collegi professionali. Sa bene che il rapporto tra individui in età lavorativa (15 – 64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa 3 a 2 nel 2021 a circa 1 a 1 nel 2050, con tutti i nodi di finanza pubblica e previdenziale che ciò comporta. Gli abitanti che superano i 65 anni oggi rappresentano il 23,5% del totale, quella fino a 14 anni di età il 12,9%, quella nella fascia 15 – 64 anni il 63,6% mentre l’età media si è avvicinata al traguardo dei 46 anni. Di fatto, la popolazione del Paese è già ben dentro una fase accentuata e prolungata di invecchiamento. Entro il 2050 gli over 65 potrebbero rappresentare il 34,9% del totale secondo lo scenario mediano. L’impatto sul welfare e in generale sulle politiche di protezione sociale sarà importante, dovendo fronteggiare i fabbisogni di una quota crescente di anziani anche a fronte di una diminuzione drastica (il 50% in meno) di persone che potranno lavorare. Sul piano dei rapporti intergenerazionali si presenterebbe il tema di un rapporto squilibrato tra over 65 e ragazzi, in misura di circa tre a uno. Pertanto è corretto parlare di sfida per Marina Calderone; per fortuna tutti sanno che i sardi sono un popolo determinato e ostinato, grandi lavoratori.