“Per Enrico Albertosi, portiere di rara bravura com’è raro l’oro in Italia, le danze tra i pali della nazionale iniziarono da ragazzetto, con la vittoria degli azzurri juniores nel torneo del Lussemburgo, battendo in finale per una rete a zero i rivali inglesi. 12 aprile 1958, l’Italia vince la semifinale contro la Francia, 3 a 0.

Sul campo di Eschsur-Alzette e con diecimila spettatori sugli spalti, gli azzurrini, dopo un primo tempo equilibrato, travolgono i Galli andando in rete due volte con Carlo Volpi (che giocherà qualche partita anche nella Juventus) e con Oltramari che all’80’, con una velocissima discesa, coglieva in contropiede la difesa dei francesi. Di quella formazione molti nomi sono entrati nell’inquietante mondo dell’oblio ma non quello di Albertosi, che fu tra i più grandi portieri italiani di sempre.

La finalissima di questa affascinante competizione si giocò il giorno dopo (13 aprile 1958) e vide i giovanissimi italiani superare per una rete a zero i coetanei inglesi. A sancire la vittoria, sempre l’ala destra Oltramari al 10′ del secondo tempo. Albertosi, una muraglia impenetrabile. Il portiere che, portato da venti marini, entrò nella mitologia sarda con lo scudetto vinto dal Cagliari nel 1970. Come quei pomodori a cui non dai l’acqua e se la vanno a cercare da soli, giù nella terra, per poi vederli spuntare grossi e buoni anche senza sale, così era Albertosi, generoso come la natura selvaggia.

Vicecampione del mondo nel 1970. Dal 1961 al 1974, 34 presenze in azzurro. L’esordio con la nazionale maggiore avviene il 15 giugno 1961 a Firenze: Italia – Argentina 4 -1. E pensare che il quel periodo Albertosi faceva, nella Fiorentina, da riserva a Giuliano Sarti. Primi anni sessanta, boom economico con aumento di automobili, televisori, lavatrici, frigoriferi e persino lavastoviglie. Come un treno veloce ci avviciniamo al mondiale del 1966. Albertosi giocherà da titolare contro gli scozzesi (7/12/1965, a Napoli l’Italia batte la Scozia per 3 a 0, match valido per le qualificazioni ai mondiali).

Immaginiamo che il goal subito più doloroso e che lo tenne sveglio per qualche notte fu quello del coreano Pak Doo-Ik, rete che decretò, il 19 luglio del ’66, l’addio al campionato mondiale degli azzurri disputato in Inghilterra. 1968, anno che ha cambiato la storia del mondo. Entusiasmo e voglia di rivoluzione. Sarà Zoff ad indossare la maglia da titolare nel Campionato Europeo, vinto dagli azzurri. La staffetta con Zoff continuerà e Albertosi scenderà in campo da numero uno nel mondiale del ’70 in Messico, fino alla finale persa contro il Brasile di Pelé e di Jairzinho per 4 reti a 1. In quei giorni molti sportivi lamentano che Albertosi sia stato preferito a Zoff ma gli italiani si sono sempre spaccati su ogni questione, e il calcio non ha mai fatto eccezione.” Articolo di Pierluigi Larotonda disegnatore Stefano Cipolat.