Giuseppe Casari ritratto dal disegnatore Stefano Cipolat
Giuseppe Casari ritratto dal disegnatore Stefano Cipolat

Rincorse per il campo Sentimenti IV, che lo trafisse dagli undici metri

Abile tra i pali ma non bravissimo nelle uscite, Giuseppe Bepi Casari collezionò sei presenze in Nazionale tra il 1948 e il 1951. Fu un uomo che seppe godersi la vita come avesse il cielo nel cuore, morendo a novantuno anni, il 12 novembre del 2013, nella sua provincia bergamasca. Bergamo, vivaio di portieri! Da Pizzaballa a Ceresoli, da Rigamonti a Bodini. Casari occupa un posto speciale.

Il portiere è un ruolo atipico ed essi, sovente, sono dei veri e propri personaggi. Casari aveva un carattere impetuoso; una volta rincorse Lucidio Sentimenti (Sentimenti IV), eclettico estremo difensore della Juventus, che lo aveva battuto trasformando un calcio di rigore. Quando un numero 1 subisce un goal ad opera di un altro portiere, potrebbe diventare nervoso, come se fosse avvolto dalla nebbia o dal fumo bluastro delle sigarette. Se a questo si aggiunge il gesto offensivo di Sentimenti IV che, alla stregua di Alberto Sordi ne I vitelloni, si fece gioco del Casari con un bel braccio piegato ad angolo retto dunque peggio di un dito medio alzato, potrebbe apparire giustificata la reazione del Bepi che, come una burrasca sui mari, si lanciò contro Lucidio.

Spesso Casari fu colto di sorpresa nelle uscite ma sulla linea di porta godeva di una presa simile a quella di una tigre. Fra sé e gli avversari riusciva a costruire una barriera di ghiaccio, infondendo tranquillità al resto della squadra. In Nazionale (oltre a due partite nelle Olimpiadi del 1948) giocò quattro incontri nel 1951. La Nazionale di Boniperti e di Amedeo Amadei, il Fornaretto della Roma del primo scudetto: il primo calciatore giallorosso ad essere insignito del titolo di Ottavo Re di Roma e anche il più giovane giocatore di sempre ad aver segnato in serie A. Una formazione azzurra, quella degli anni Cinquanta, che non vinse nulla; periodo non roseo per il calcio italiano.