Poteva finire in tragedia la Storia di Sofia ragazza con una forma di autismo originaria di Scauri frazione del comune di Minturno.
La giovanissima che frequenta il primo anno di scuola superiore a Formia, intorno alle ore 13 è uscita dall’istituto che frequenta non accompagnata dal personale scolastico, come previsto per le persone affette da tali patologie, e così in piena autonomia si è incamminata verso la stazione di Formia seguendo il resto della scolaresca che intanto si dirigeva verso lo stazionamento dei pullman, prendendo inconsapevolmente il primo bus di linea, non rendendosi conto della direzione che lo stesso mezzo di trasporto avrebbe preso.
L’autobus sul quale è salita Sofia era diretto alle frazioni di Trivio e Castellonorato, ma avrebbe benissimo potuto diventare una tragedia di ben più conclamate dimensioni, se la ragazza al sentire le parole chiave di un male intenzionato, tipo “sono amico dei tuoi genitori” “come ti chiami, ah Sofia che bel nome, dai sali ti porto a casa da mamma” fosse salita a bordo di un auto, convinta che l’avventore amico l’avrebbe riportata a casa.
E se non fosse stato un autobus e invece un treno e spaventata la ragazza fosse scesa agitatissima alle prime porte aperte del convoglio e si fosse incamminata senza orientamento, ora staremmo a scrivere forse notizie il cui tono sarebbe stato davvero tragico.
La vita è fatta di attimi, e per questo tipo di ragazzi speciali serve la stabilità, la familiarità, e soprattutto la competenza e il rispetto di chi affida un minore, affetto da patologia (vedasi legge 104, art.3 comma 3) ad un’istituzione scolastica, che fa leggere e sottoscrivere quello che viene catalogato come “patto di corresponsabilità” che evidentemente per qualche motivo ha smarrito la sua catena di montaggio.
Anche se appare svilente parlare di catena di montaggio, le persone non sono oggetti da catena di montaggio industriale, sono sentimenti, paure, fiducia, risate, affetti, tutto quello che si costruisce piano piano e non è comprabile e sostituibile come un ingranaggio di un macchinario.
Eppure ci si affida alla certezza che nelle strutture scolastiche ci sia sempre personale qualificato, preparato competente e comprensivo, perché Sofia potrebbe essere la figlia di ognuno di noi, e a volte la frenesia della campanella forse fa smarrire il la responsabilità di un ruolo che nessuno è costretto a svolgere, ma che se si sceglie va fatto con serietà e abnegazione, non legato al minuto secondo di un lavoro portato a termine tanto per.
Di chi siano le responsabilità di una simile superficialità sarà preso in considerazione e valutato nelle opportune sedi e con le giuste modalità affinché certi spiacevoli episodi non accadano più.
Fortunatamente grazie al tam tam mediatico ed alla diffusione della notizia sui social fatto dai familiari e dagli amici Sofia è stata ritrovata dopo ben 5 ore a Castellonorato dal personale della Cotral, che la famiglia ringrazia sentitamente per la grande e tempestiva sensibilità dimostrata.
Sofia visibilmente spaventata, disorientata e traumatizzata, si è calmata solo dall’arrivo dei parenti, che l’hanno rassicurata, e che prontamente hanno allertato anche la psicologa che la segue da tanto tempo.
Dopo ore di panico e terrore vissute dalla famiglia e dagli amici, che hanno allertato tutto e tutti nell’attesa di ritrovare Sofia, la giovanissima è tornata a casa dopo essere stata recuperata dai familiari presso il Commissariato di Polizia di Formia, che la famiglia ringrazia per la disponibilità professionalità e delicatezza nel far sentire sicura e protetta Sofia.
La famiglia ringrazia oltre ai social e agli amici e le forze dell’ordine, le Associazioni del territorio Liberautismo, Penelope che hanno dato un fortissimo sostegno emotivo e professionale.