Veduta da Via Virilassi
Deviazione sul Canale di Bonifica
Discarica abusiva
Cartello indicatore della strada Virilassi

Quando si parla di Via Virilassi si parla della storia della nostra comunità nel corso dei millenni.

Chi scrive desidera iniziare il suo appello all’assessore al ramo Piernicandro D’Acunto riportando alcuni dati storici che appartengono al patrimonio di conoscenza dell’amico Salvatore Cardillo, attento ricercatore.

Torniamo indietro nel tempo all’agosto 1879, parlando di un piombo magico e della località Virilassi.
Un ritrovamento poco conosciuto: un cosidetto ‘piombo magico’ nella località detta “Virilassi”.
Nell’agosto 1879 – infatti – si diede l’annuncio del ritrovamento di questo cosiddetto ‘piombo magico’, una lamina di piombo con iscrizioni, in una tomba formata di tegole, all’interno della quale vi era anche una statuetta di circa 11 cm. raffigurante una donna.

Il piombo era un’invocazione funebre a carattere magico e nominava una tal Tice moglie di Carisio. Il tutto andò ad arricchire il Museo Civico di Capua.

Venne ritrovato nella località detta ‘Virilassi’ non lontano dall’anfiteatro minturnese, che ancora non è stato riportato alla luce ma che si vede distintamente grazie alle foto aeree, con una capienza di 14.000 spettatori, molto più grande ed ampio del Teatro Romano oggi visibile.
Già il De Santis ricordava il nome della località che compare nel 1266 quale “dicitur Borlasii” e nel 1624 quale località “alli Urlasci”.
E’ un toponimo piuttosto diffuso e lo troviamo a Verona (Perolassi), a Lucca (Perolascio – Parlascio), Benevento, Firenze, etc. etc.

A Capua lo troviamo anche quale Berolasis, Virlassi, Verlasci. Lo ritroviamo anche ad Atina e Venafro (Verlascio-Virilascio), nonché a Cassino (Gattola, XVIII secolo).
La curiosità è che il toponimo riguarda quasi sempre anfiteatri romani o territori circostanti.
Molto si è discusso sull’etimologia, molto controversa.
Nell’Ottocento l’ipotesi (sic!) era che Virilassi derivasse dalla stanchezza delle legioni romane che dopo una battaglia si fermavano in quei campi.
Le ipotesi moderne, invece, sono tre:

1) il termine proviene dalla consuetudine dei Longobardi di utilizzare vecchi monumenti romani per spettacoli e combattimenti tra animali; 2) nome di origine arabo-saracena che significherebbe “rocca rotonda”, “fortezza sicura” dalle parole arabe “ber” ed “al – as “. Forse dovuta alla trasformazione in fortezza di vecchi teatri romani da parte dei Saraceni;

3) dal greco – bizantino “perielasis”, ‘spazio circolare’, ‘corsa circolare’, ‘girare intorno’, indicante la forma circolare del monumento e – forse – l’abitudine bizantina di accamparsi nei pressi.
In un territorio liminare, come il nostro minturnese, tra longobardi di Capua, bizantini di Gaeta e presenza Saracena, tutte le ipotesi hanno pari valenza e dignità.

Comunque chi scrive propende – salvo smentite – per la prima ipotesi, escludendo decisamente la seconda.

Ebbene quando si percorre Via Virilassi direzione riva destra del fiume Garigliano si nota a destra un canale di bonifica in quel tratto prosciugato.

Subito dopo il ponticello si registra una discarica a cielo aperto, in parte celata dalla vegetazione spontanea.

Rifiuti sono stati anche gettati nel canale; assurdamente percorrendo la strada attigua al canale si nota che più in alto scorre l’acqua e si notano anche volatili acquatici in libertà.

Caro assessore sarebbe opportuno che il Comune e chi per esso provveda alla rimozione dei rifiuti e all’apposizione di un cartello di divieto di scarico di rifiuti.

Un tratto di territorio comunale impregnato di storia merita rispetto.