01-00100153000320 - Carlo Caracciolo, Nicola Caracciolo e Marella Caracciolo Agnelli

La RAI mercoledì 19 maggio 2021, ore 21.10, nella trasmissione “Italiani” condotta da Paolo Mieli su RAI Storia Canale 54 dedica due ore a un grande italiano: Nicola Caracciolo, nel novantesimo anniversario della sua nascita.

La serie “Italiani” è curata da Caterina Intelisano con la regia di Nicoletta Nesler, produttore esecutivo Annalisa Vasselli.

Si parlerà del percorso personale e professionale di Nicola Caracciolo, giornalista e autore di documentari storici per la Rai, ambientalista e presidente onorario di Italia Nostra.

Da sempre appassionato studioso di storia contemporanea, ha raccontato in TV i più significativi fatti e personaggi d’Italia, e non solo.

Il suo stile unico, obiettivo, carico di umanità, ha approfondito gli aspetti privati delle figure più controverse del passato.

In Maremma, dove era di casa, ha condotto e sostenuto, sempre in prima linea, importanti battaglie in difesa del territorio e del paesaggio.

Presidente per molti anni del Consiglio Regionale della Toscana di Italia Nostra nonché consigliere nazionale e direttore responsabile della rivista scientifica edita dalla prima associazione ambientalista italiana.

Chi scrive gli ha voluto sinceramente bene e lo ha sempre sostenuto nelle sue battaglie ambientaliste.

Negli anni scorsi fu ospite del Liceo Scientifico Statale Leon Battista Alberti di Marina di Minturno dove ricevette il Premio Nazionale di Giornalismo Minturno – Scauri concesso da Italia Nostra – Golfo di Gaeta – che lo aveva ricevuto in eredità dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Minturno – Scauri. Con gesto di grande signorilità prese l’assegno bancario ricevuto quale rimborso spese dalla presidenza del Liceo e lo girò a Italia Nostra locale quale contributo per le battaglie ambientaliste.

Duca di Melito, aveva lo stile di un principe – quale era – con la caratteristica inflessione della voce da nobile fiorentino. Nato a Firenze il 19 maggio 1931 e deceduto il 25 aprile 2020. Aveva due figli: Donna Marella Caracciolo di Castagneto e Don Filippo Caracciolo di Castagneto.

Al momento della sua morte la FNSI – Federazione Nazionale Stampa Italiana emise il seguente comunicato che riportiamo testualmente: “Addio al giornalista e storico Nicola Caracciolo, ambientalista sempre in prima linea e autore di programmi per la Rai di alta divulgazione sulla seconda guerra mondiale, la Shoah e la Repubblica di Salò. Aveva 88 anni.

L’annuncio della scomparsa è stato dato da Italia Nostra, di cui era presidente onorario.

È morto la notte del 24 aprile nella clinica Villa Margherita di Roma, dove era ricoverato da circa una settimana, dopo che le sue condizioni si erano aggravate.
Da pioniere dell’ambientalismo, si era speso in particolare per la conservazione del paesaggio naturale e contro la realizzazione dell’autostrada Tirrenica in Maremma, dove era di casa, tanto da essere chiamato dalla gente ‘il principe di Capalbio’.

Nella cittadina aveva guidato il premio letterario e la Sezione Maremma Tuscia di Italia Nostra.
Nato a Firenze il 19 maggio 1931, apparteneva alla famiglia dei principi di Castagneto: era il terzo figlio di Filippo Caracciolo e di Margaret Clarke. Suo fratello è stato Carlo Caracciolo, fondatore del gruppo editoriale “L’Espresso” e poi del quotidiano “La Repubblica” con Eugenio Scalfari, e sua sorella Marella Caracciolo, moglie dell’avvocato Gianni Agnelli, presidente della Fiat.
Nicola Caracciolo era giornalista di professione ed è stato corrispondente da Washington per “La Stampa”. La sua passione è sempre stata la storia, fin da giovane, ed e stato autore attento alla divulgazione, curatore antesignano di dossier di storia contemporanea.

Tra gli anni Ottanta e Novanta aveva anche firmato importanti inchieste televisive per la Rai e la sceneggiatura del film “La fuga degli innocenti” (2004) di Leone Pompucci.
Per la Rai curò anche la serie “Il coraggio e la pietà”, realizzata con la consulenza dello storico Renzo De Felice, suo grande amico, che, con interviste ai testimoni e ai sopravvissuti, tra cui il rabbino capo di Roma Elio Toaff, raccontava la storia degli ebrei italiani dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938.

Allo stesso argomento aveva dedicato il libro “Gli ebrei e l’Italia durante la guerra 1940-45” (Bonacci, 1986). Tra i suoi libri “Tutti gli uomini del Duce” (Mondadori, 1982)”.