Questo mese di aprile 2020 può essere definito un mese sacro per le tre grandi religioni monoteiste. La festività di Pesach (o ancora Pasqua Ebraica) è stata celebrata dagli Ebrei dal 9 al 16 aprile. La Santa Pasqua cristiana è stata festeggiata dai Cattolici domenica 12 aprile, dagli Ortodossi domenica 19 aprile e da ieri dopo il tramonto e sino al 23 maggio – per un mese – i Mussulmani celebrano il Ramadan. A tal proposito il direttore diocesano Don Antonio Cairo dichiara: “A nome dell’Arcivescovo di Gaeta Mons. Luigi Vari e della Commissione Diocesana per l’Ecumenismo, il Dialogo Interreligioso e i Nuovi Culti formulo augurissimi di buon cammino animato dalla Parola santa nell’ itinerario del Ramadam. La luce dell’Altissimo guidi i passi di ogni musulmano sulle vie della pace, della fraternità e della condivisione. In questo tempo di emergenza covid 19 sentiamoci ancora più uniti nell’alleviare le sofferenze dei fratelli e delle sorelle per dare testimonianza di amore e di attenzione a chi soffre per malattia, per mancanza di lavoro e paura del domani.  Insieme possiamo essere uomini di speranza.

Sami Salem

Un abbraccio fraterno alle comunità musulmane”. Infatti è iniziato il mese del Ramadan. Un mese sacro, il Ramadan corrisponde al nono mese del calendario islamico e la sua cadenza varia di anno in anno in quanto il calendario si basa sulle fasi lunari. Secondo la tradizione questo è il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza. La sera del 27 del mese, che coincide con la credenza che Maometto ricevette proprio in quel giorno la rivelazione del sacro Corano, i musulmani celebrano la Laylat-al-Qadr (la notte del potere). Il digiuno durante il mese del ramadan costituisce uno dei cinque pilastri dell’Islam. Il digiuno dura dalle prime luci dell’alba fino al tramonto; in genere va fatto precedere da un pasto leggero poco prima dell’alba (suhur) per assumere le energie necessarie ad affrontare l’intera giornata. Passata la giornata si può consumare un piccolo pasto serale (iftar) dopo una preghiera che interrompe il digiuno fino al mattino successivo. Questo digiuno consiste non soltanto nell’astensione da ogni cibo e bevanda, ma anche da qualsiasi contatto sessuale e da ogni altro cattivo pensiero o azione, durante l’intera giornata fino al tramonto. Non bisogna litigare, né mentire né calunniare. Nella prova del digiuno è più importante il significato spirituale di quello materiale per il fatto che l’uomo obbedisce a un ordine divino. Egli impara a tenere sotto controllo i suoi desideri fisici e superando così la sua natura umana. Anche nel nostro Golfo di Gaeta numerosa è la presenza di persone di fede islamica. L’ufficio diocesano per il dialogo interreligioso li abbraccia come fratelli in un gesto di pacifica e costruttiva convivenza. A causa del covid-19 tutte le festività religiose evitano, anche se a malincuore, le occasioni di assembramento.