PROCESSO ANNI 2000, Torna a casa anche D.A. , condannato qualche mese fa dal Tribunale di Cassino a 16 anni e 4 mesi per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, cosi riqualificata anche la contestazione per associazione mafiosa mossa dalla DDA di Roma. Il Tribunale ha infatti accolto l’istanza avanzata dal difensore di D.A., l’Avv. Pasquale Cardillo Cupo, ed ha sostituito la misura della custodia in carcere in vigore presso la casa circondariale di Bologna con gli arresti domiciliari. Nel frattempo sono stati prorogati i termini per il deposito delle motivazioni delle condanne inflitte ai vari imputati per la complessità della vicenda e il numero dei soggetti giudicati.

ARTICOLO CORRELATO ANNI 2000: Torna a casa anche A.R. – L’uomo, infatti, è stato scarcerato dal Tribunale di Cassino dopo la sentenza di condanna ad 8 anni di reclusione emessa nei giorni scorsi dopo una lunghissima camera di consiglio. Il Tribunale ha infatti accolto l’istanza presentata dall’Avvocato Pasquale Cardillo Cupo ed ha sostituito la misura detentiva con quella domiciliare presso l’abitazione familiare in San Cosma e Damiano. Ora bisognerà attendere 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza. Clicca qui per continuare a leggere l’articolo.

ARTICOLO CORRELATO – ANNI 2000: La Cassazione annulla l’ipotesi dell’Associazione finalizzata al narcotraffico – Dopo che nello scorso mese di Luglio la V Sezione della Suprema Corte aveva annullato con rinvio per nuovo esame al Tribunale del Riesame di Roma l’ipotesi dell’associazione finalizzata al narcotraffico in quel di Santi Cosma e Damiano e Castelforte,  l’accusa della DDA di Roma era riuscita ad ottenere la nuova conferma del Tribunale del Riesame, il quale chiamato a pronunciarsi nuovamente ribadiva ancora una volta la sussistenza del sodalizio finalizzato al narcotraffico. Di altro avviso, tuttavia, il difensore dell’imputato, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, per il quale continuavano a difettare i presupposti giuridici per il riconoscimento dell’associazione. Il penalista Formiano depositava, così, nuovo Ricorso in Cassazione, chiedendo questa volta che fosse la stessa Suprema Corte ad annullare, senza rinvio, l’ipotesi dell’accusa. Il Ricorso veniva assegnato alla 1 Sezione, che sciogliendo la riserva assunta procedeva in data odierna ad emettere dispositivo con il quale, in accoglimento del Ricorso, annullava definitivamente la contestazione associativa per l’imputato.