FORMIA, chiesa di Sant’Erasmo – Si deve all’iniziativa di Don Antonio Punzo e Antonio G. Miele l’aver riproposto la pubblicazione aggiornata della ormai introvabile Guida  Storico-Archeologica della chiesa di S. Erasmo. Questo nuovo volume ,edito  per i tipi dell’editore Caramanica,  che esce  a 50 anni dall’inizio dei lavori di restauro della antica chiesa di S. Erasmo,   completa  il sapiente lavoro di informazione e catalogazione  patrocinato dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana, e portato alla conoscenza  degli studiosi e del pubblico, con la pubblicazione nel 2015 del prestigioso volume “La memoria del Martire Erasmo”.

La guida si articola in due sezioni- Nella prima parte del libro don Antonio Punzo, dopo una dettagliata descrizione delle vicende che hanno caratterizzato la storia del monumento dall’inizio dei lavori di restauro nel maggio 1970 fino ai nostri giorni, da cui si traggono notizie poco o nulla conosciute,  ricostruisce il percorso dell’opera svolta negli anni e la storia del travagliato lavoro di restauro dell’antico tempio, per giungere a conclusioni più soddisfacenti sull’iniziativa, partita nel maggio 1970, ripercorrendo, seppure brevemente, le varie fasi dello sviluppo iniziale dei lavori con riferimento al contesto sociale  e all’ambiente in cui essi si sono svolti.

Nella seconda parte Antonio G. Miele offre al visitatore non soltanto  un valido supporto  per un percorso storico-archeologico attraverso le molteplici fasi di vita dell’edificio, ma fornisce anche un interessante contributo  per una più approfondita conoscenza del primo cristianesimo nella zona, grazie anche alla individuazione della tomba di S. Erasmo.

Un’attenzione particolare è riservata alle opere d’arte presenti nella chiesa e nel museo nell’area degli scavi.  Questa parte del libro,  costituita da sintetiche schede descrittive delle singole opere, integrate da foto, offre al visitatore spunti per accedere al tesoro storico e simbolico delle opere d’arte che la chiesa custodisce, per condurre l’osservatore a penetrare “oltre il velo”, andare oltre l’apparenza, oltre il primo impatto, quello visivo, oltre la prima suggestione, per arrivare al sacro, anzi alla persona che l’immagine rivela. In definitiva suggerire come guardare l’opera e, attraverso essa, rievocare l’evento che rappresenta.