ELEZIONI, SPERLONGA – Armando Cusani in foto finish comunica la sua discesa in campo. Accetta la sfida dei suoi avversari e si rivolge alla sua comunità per riottenere la fiducia necessaria per restare sindaco. Armando Cusani è nato a Sperlonga l’8 ottobre 1963, coniugato con Roberta Chinappi e padre di tre stupende figlie. È stato presidente della Provincia di Latina quando la Provincia contava e l’elezione dei suoi rappresentanti era affidata al popolo sovrano.

Lavorò a un percorso della memoria che fece incontrare comunità diverse che sino ad allora si sentivano estranee tra di loro. Per un soffio di voti non fu eletto europarlamentare in quanto la preferenza uomo – donna facilitò inaspettatamente Alessandra Mussolini che lasciò il parlamento italiano per quello di Strasburgo nonostante le indicazioni del partito.

Si è dedicato allora totalmente alla sua comunità, sinceramente innamorato della sua Sperlonga. Riporta nel presentare il suo programma amministrativo un pensiero di Platone riportato nell’opera La Repubblica: “Una città giusta unisce il bene al bello. Sostiene la bellezza, progetta il bene, migliora la qualità della vita e aiuta i più deboli. Forse la città giusta non esiste nella realtà, forse è soltanto un paradigma, un modello, nel cielo, ma ciò ha poca importanza e non mi interessa perché so che verso questo obiettivo debbo tendere e in esso forgiare la mia personalità. E la città giusta è una città dove il bello si unisce al bene.” E il primo cittadino da parte sua aggiunge: “Una città giusta unisce il bene al bello. Sostiene la bellezza, progetta il bene, migliora la qualità della vita e aiuta i più deboli”.

Quindi precisa: “Le relazioni tra le persone, il senso civico, la solidarietà, la fiducia. Ma anche le strade, le piazze, l’ambiente, le risorse naturali, la corretta gestione dei rifiuti, il territorio e i suoi prodotti sono tutti beni comuni, beni concreti e risorse immateriali che, se valorizzate, arricchiscono la vita di tutti, ma se danneggiate, incidono in maniera negativa su tutta la comunità, soprattutto risorse fondamentali per uno sviluppo sociale ed economico del nostro piccolo Paese che su quelle risorse ha costruito la propria economia locale. Beni il cui “buono stato” rende più leggera la vita quotidiana, generano felicità.

Infatti la solidità di una società in grado di superare momenti di difficoltà, si accompagna frequentemente alla sua capacità di sviluppare un forte senso di comunità. Tanti beni comuni si trovano negli ultimi anni – a causa dei mutamenti sociali ed economici – a rischio di deterioramento e depauperamento. Ciò nondimeno, insieme al rischio viene una grande opportunità: proprio i beni comuni, a differenza dei beni privati e di quelli pubblici, generano per la loro stessa natura una relazione tra chi li usa: un rapporto tra persone, chiamate ad accordarsi, a condividere norme e visioni, ad entrare in un rapporto non formale.

È cruciale allora mettere a punto forme di gestione innovative ed efficaci per i beni comuni, forme che vadano nella direzione della sussidiarietà circolare. Ritengo che Sperlonga abbia bisogno di crescere soprattutto su questo fronte, a volte scontato per molti, a volte non apprezzato abbastanza quale strumento di benessere generalizzato. Vivere in una cittadina bella, curata, dove si rispettano le regole della civile convivenza, dove gli abitanti mostrano interesse verso i beni comuni, l’ambiente crea un ambiente più incline alla socialità e mutualità; certamente la bellezza non offre lavoro nell’immediatezza ai nostri cittadini in difficoltà, ma nel tempo è capace di generare un benessere comune che agevola le relazioni, crea i presupposti perché si inneschino cicli virtuosi capaci di generare anche posti di lavoro”.

Quindi Armando Cusani aggiunge: “ma serve coesione, serve condivisione, serve fiducia!” E il primo cittadino spiega la teoria delle tre sfere: “Ed in un momento di grande disaffezione dei cittadini verso la politica e verso le istituzioni più vicine come lo è il Comune, per l’incapacità di risolvere i grandi problemi acquisiti con la crisi: lavoro, sicurezza, sociale (socialità?), occorre mettere in interazione strategica e in maniera sistematica (cioè non estemporanea) le tre sfere di cui si compone l’intera società: La sfera dell’ente pubblico, La sfera delle imprese, ovvero la business community, La sfera della società civile organizzata (volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, la Chiesa con le sue Parrocchie). L’idea della sussidiarietà circolare è questo: le tre sfere devono poter interagire, sia nel momento in cui si progettano gli interventi che si ritiene di porre in campo, sia per assicurarne la gestione in vista di raccogliere i risultati!” Il suo programma amministrativo è particolarmente curato, articolato e merita una lettura accurata.