Titolari stabilimenti balneari in ansia per il loro futuro – Con il fiato sospeso i titolari degli stabilimenti balneari del nostro litorale attendono di conoscere il loro futuro, in molte aziende le famiglie proprietarie investono da cento anni tutti gli utili aziendali. Ma cosa sta accadendo? La sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea in materia di concessioni balneari parla chiaro: per riformare la gestione del demanio marittimo e decidere il futuro delle imprese che vi sorgono sopra, il governo italiano dovrà individuare la strada per poter valutare “caso per caso”, a livello territoriale, la disponibilità della risorsa spiaggia, ma senza potersi esimere dal riassegnare i titoli tramite gare pubbliche alla loro scadenza. La direttiva Bolkestein si applica alle concessioni balneari: stop ai rinnovi automatici, sì alle gare. Il primo aspetto chiarito dalla Corte UE riguarda l’applicabilità stessa della direttiva europea Bolkestein alle concessioni balneari. Al contrario, sottolinea il giudice, «qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali, gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali, che presenti garanzie di imparzialità e trasparenza e preveda, in particolare, un’adeguata pubblicità dell’avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento.

Titolari stabilimenti balneari in ansia per il loro futuro – Tale disposizione ha effetto diretto in quanto vieta, in termini inequivocabili, agli Stati membri, senza che questi ultimi dispongano di un qualsivoglia margine di discrezionalità o possano subordinare tale divieto a una qualsivoglia condizione e senza che sia necessaria l’adozione di un atto dell’Unione o degli Stati membri, di prevedere proroghe automatiche e generalizzate di siffatte concessioni». Questa la risposta in merito del giudice europeo: «L’articolo 12, paragrafo 1, della direttiva 2006/123 conferisce agli Stati membri un certo margine di discrezionalità nella scelta dei criteri applicabili alla valutazione della scarsità delle risorse naturali.

Titolari stabilimenti balneari in ansia per il loro futuro – Tale margine di discrezionalità può condurli a preferire una valutazione generale e astratta, valida per tutto il territorio nazionale, ma anche, al contrario, a privilegiare un approccio caso per caso, che ponga l’accento sulla situazione esistente nel territorio costiero di un comune o dell’autorità amministrativa competente, o addirittura a combinare tali due approcci. In particolare, la combinazione di un approccio generale e astratto, a livello nazionale, e di un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero del comune in questione, risulta equilibrata e, pertanto, idonea a garantire il rispetto di obiettivi di sfruttamento economico delle coste che possono essere definiti a livello nazionale, assicurando al contempo l’appropriatezza dell’attuazione concreta di tali obiettivi nel territorio costiero di un comune. In ogni caso, è necessario che i criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino su criteri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati.