1 povero su 5 abitanti: il ruolo della Caritas nel Golfo di Gaeta – Se esiste la Caritas lo dobbiamo a Papa Paolo VI, che la Chiesa ha proclamato santo. Il pontefice nel 1970 sciolse la POA, Pontificia Opera Missionaria, l’ente caritatevole sostenuto dai cattolici americani e alle dirette dipendenze della Sede Apostolica, il quale aveva gestito le opere benefiche in Italia durante le due Guerre Mondiali e nel primo dopoguerra. A seguito delle raccomandazioni del Pontefice i vescovi della CEI votarono una delibera in occasione della loro VII Assemblea Generale, durante la sessione del 14 novembre 1970, successivamente con decreto n. 1727/71 del 2 luglio 1971, la Conferenza Episcopale Italiana approvò il primo statuto delle Caritas diocesane d’Italia, incaricate delle attività caritative e assistenziali della Chiesa.

1 povero su 5 abitanti: il ruolo della Caritas nel Golfo di Gaeta Finalmente il 28 settembre 1972 ebbe luogo il primo incontro nazionale delle Opere Diocesane di assistenza.  Tre anni più tardi, Napoli ospitò il primo convegno italiano congiunto fra Chiesa e laicato dal titolo “Volontariato e promozione umana”, dedicato alle questioni del nascente Terzo Settore. Il 10 giugno 1977, la Caritas Italiana e il Ministero della Difesa convennero di inserire l’ex Pontificia Opera Missionaria nell’elenco degli enti nei quali era possibile svolgere il servizio civile.

1 povero su 5 abitanti: il ruolo della Caritas nel Golfo di Gaeta – I compiti della Caritas sono: collaborare con i vescovi nel promuovere nelle Chiese particolari l’animazione della carità e il dovere di tradurla in interventi concreti: curare il coordinamento delle iniziative e dei servizi di ispirazione cristiana, indire, organizzare e coordinare interventi di emergenza in Italia e all’estero, in collaborazione con altri organismi di ispirazione cristiana; realizzare studi e ricerche sui bisogni per aiutare a scoprirne le cause; promuovere il volontariato e favorire la formazione degli operatori pastorali della carità e del personale di ispirazione cristiana impegnato nei servizi sociali; contribuire allo sviluppo umano e sociale dei paesi del Sud del mondo anche attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica; solidarietà a tutto il mondo; educazione alla pace e alla mondialità, dialogo, corresponsabilità sono anche le linee portanti degli impegni della Caritas nel mondo.

Da tempo i dipartimenti universitari di scienze sociali evidenziano che la povertà interessa il 20% degli italiani, in sostanza 1 italiano ogni cinque.

Lo stato di povertà si rileva soprattutto dalla mancanza di cura della propria persona in termini di cure mediche e di igiene.

E dalla solitudine che interessa ogni derelitto.

Sovente si fa ricorso a vini e liquori di pessima qualità per non pensare, con il risultato di contrarre malattie epatiche.

La Caritas Diocesana per statuto fa riferimento al Vescovo, per Gaeta quindi all’Arcivescovo Mons. Luigi Vari mentre il direttore è don Raffaele Micalusi, che è anche parroco della Chiesa di Sant’Erasmo di Formia.

Don Raffaele lavora con estrema professionalità soprattutto a creare nuovi strumenti per aiutare concretamente coloro che versano nella povertà.

Praticamente la Caritas è presente in ogni comunità parrocchiale e fa riferimento al parroco e, dove presenti, ai diaconi permanenti che nel loro mandato hanno come compiti primari testimonianza e carità.

E ancora un pool di volontari che credono nei valori della Caritas.

Quest’ultima non sostiene solo i bisognosi residenti nel territorio parrocchiale ma anche i girovaghi e gli stranieri che chiedono asilo e ospitalità in Italia.

Negli ultimi mesi sono giunti presso i Centri d’Ascolto moltissime cittadine ucraine, con i loro bambini anche di pochi giorni, gli uomini sono rimasti a combattere nel loro paese.

La Caritas è come un grande lago che raccoglie l’acqua dai fiumi suoi affluenti e poi ridistribuisce, dove necessario, l’acqua ricevuta in dono.