L’inverno nucleare come conseguenza di un conflitto atomico da scongiurare – Con l’invasione dell’Ucraina lo scenario di una conflitto di larga scala con opzione nucleare si è fatto concreto e potenziale. Una prospettiva che non è stata mai così prossima dai tempi della crisi dei missili di Cuba. Ma questa volta il campo di battaglia è più vicino. Su suolo europeo, geograficamente parlando. Kiev e il popolo ucraino si trovano ad affrontare una guerra insensata, ingiusta e contraria ad ogni principio di diritto internazionale.  Ora, la vicinanza geografica, politica e culturale, nonché la brutalità imposte da Putin, sollecitano una reazione dall’Europa e gli Alleati occidentali, ma che deve essere calibrata. Misurata, per non dare vita ad un conflitto di più vaste dimensioni. L’Europa, infatti, rischia di diventare il campo di battaglia di un conflitto che vede fronteggiarsi Usa e Russia. Uno scenario che non possiamo permetterci. Una escalation militare avrebbe conseguenze spaventose. 

L’inverno nucleare come conseguenza di un conflitto atomico da scongiurare – Ma possiamo escluderlo? Stando ai dispacci delle cancellerie europee e americane, no. Cosí come resta in piedi il rischio di opzione nucleare. Infatti, come ammette il segretario dell’ONU, Antonio Guterres “La prospettiva di un conflitto nucleare, una volta considerata impensabile, è tornata nel regno delle possibilità”. Tuttavia le conseguenze di un’opzione nucleare sarebbero catastrofiche, oltre l’umano immaginare. Per tutti. Infatti, in un paper di Max Roser, si delinea uno scenario che è catastrofico globalmente. Non tanto e non solo per la conseguenza di una esposizione, che sarebbe comunque devastante, ma anche e soprattutto per gli effetti postumi. 

L’inverno nucleare come conseguenza di un conflitto atomico da scongiurare – Le onde d’urto e il calore, anche solo di una bomba nucleare, sarebbero mortali per milioni di donne e uomini, ma il post detonazione non è decisamente incoraggiante. Infatti, la polvere radioattiva delle bombe salendo nell’atmosfera, si diffonderebbe in vaste aree del mondo, generando livelli mortali di radiazioni. Ma non è tutto qui, l’uso di armi nucleari ha come ulteriore cause quella di un cosiddetto inverno nucleare che porterebbe a conseguenti carestie, ben più gravi degli effetti di una singola esplosione. 

L’inverno nucleare come conseguenza di un conflitto atomico da scongiurare – Nel documento pubblicato da Our World in Data, si ricostruisce come le città attaccate dai missili nucleari, brucerebbero ad un’intensità tale da creare un proprio sistema eolico, una tempesta di fuoco: l’aria calda sopra la città in fiamme sale e viene sostituita da aria che si precipita da tutte le direzioni. I venti tempestosi alimentano le fiamme e creano un calore immenso. Da questa tempesta di fuoco grandi colonne di fumo e fuliggine si alzano sopra le città in fiamme e viaggiano fino alla stratosfera. Lì si diffonde in tutto il pianeta e blocca la luce del sole. A quella grande altezza – molto al di sopra delle nuvole – non può piovere, il che significa che rimarrà lì per anni, oscurando il cielo e quindi asciugando e raffreddando il pianeta. 

L’inverno nucleare come conseguenza di un conflitto atomico da scongiurare – L’inverno nucleare che seguirebbe una guerra nucleare su larga scala porterebbe a un calo della temperatura di 20 o addirittura 30 gradi Celsius (60-86° F) in molte delle regioni agricole del mondo, inclusa gran parte dell’Eurasia e del Nord America. L’inverno nucleare causerebbe, cosí, una “carestia nucleare”. La produzione alimentare mondiale fallirebbe e miliardi di persone morirebbero di fame. Queste conseguenze – ricadute nucleari e inverno nucleare che portano alla carestia – significano che la distruzione causata dalle armi nucleari non è contenuta nel campo di battaglia. Non danneggerebbe solo il paese attaccato. La guerra nucleare devasterebbe tutti i paesi, compreso l’attaccante.

È uno scenario impensabile. A meno di non avere in mente un preciso intendo autodistruttivo. Perché di questo stiamo parlando, come testimoniano in queste ore i simulatori di detonazione nucleare, come Nukemap, uno tra i più famosi. É per questo che, in termini di conflitto e dinamiche belliche, qualora lo scenario si dovesse allargare, altre opzioni sarebbero privilegiate. In testa, una guerra cibernetica, non meno impattante, bisogna dirlo.