Sui social da stamattina è pubblicata una riflessione della professoressa Rosalba Caliman, impegnata nel sociale tra Napoli e Salerno, che sta riscuotendo vasti consensi e che pubblichiamo per i nostri lettori. È una riflessione nel giorno in cui la quarantena ha raggiunto i 40 giorni nella regione Campania. Scrive: “E con oggi siamo a 40 giorni di quarantena, vissuta in modo diverso da ogni italiano. Il 57,5% della popolazione ha continuato a lavorare e quindi per loro non è cambiato nulla. La sera tornano in famiglia come nei periodi normali. Soffrono gli anziani, chiusi nelle case di riposo perché non possono più vedere i loro cari, soffrono i carcerati a cui sono stati vietati i colloqui, soffrono le persone “sole” senza nessun contatto umano, soffrono i bambini, distratti dalla tecnologia informatica, ma che subiscono la perdita “momentanea” dei loro nonni, figure importanti in età infantile, e dai loro compagni di gioco. Soffrono i “branchi”, quelle persone abituate a stare bene solo tra gli altri, ma non con se stessi.

Soffre il personale sanitario, e ancora i commessi, le forze dell’ordine, i carabinieri, con la paura perenne di portare il virus ai loro congiunti. Soffrono le persone che abitano nei bassi o a pian terreno nei condomini, senza balconi, senza sole. Soffrono le persone bloccate in casa, in un’altra città, senza poter raggiungere i propri cari. Soffre chi lavorava in nero, senza reddito. Soffre fortemente chi ha perso un affetto. Per una volta soffrono anche i politici … chiusi nelle loro gabbie dorate, ma non tutti. O i vip … ma neanche tutti, molti hanno continuato a lavorare, sempre in TV, sempre pettinati, truccati … per loro non vale il distanziamento sociale. Soffrono, se hanno una coscienza, coloro che debbono decidere per le nostre vite. Soffrono le persone più fragili, bombardate da notizie discordanti, o dai continui moniti a restare a casa. Soffrono i credenti, senza la possibilità di partecipare alla liturgia o coloro che salutano i propri cari senza neanche un funerale degno di loro. Soffrono i malati ricoverati, soli … senza vedere nessuno, senza sapere se guariranno o moriranno in solitudine. Soffrono i tanti costretti ad accettare, inermi, decreti regionali a volte assurdi. Soffrono gli artigiani, coloro che hanno piccole botteghe, chiuse, non sapendo se riusciranno a riaprire. Soffrono tutte le persone che si sono rese conto che l’umanità intera sta combattendo contro qualcosa di cui nessuno sapeva nulla. Ebbene io non sono immune a tanta sofferenza, la sento nel mio cuore e non riesco per nulla a volgere altrove il mio sguardo”.

(Nella foto due nonni inglesi in isolamento che ricevono la visita dei loro nipotini, immagine che spopola in Gran Bretagna)