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Il dott. Raniero Vincenzo De Filippis, già presidente dell’IPAB Santissima Annunziata, in merito al complesso monumentale di Sant’Erasmo in Formia (nota come Colonia Di Donato) ha inviato un documento di denunzia.

IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SANT’ERASMO IN CASTELLONE (NOTO COME “COLONIA DI DONATO”) NEL COMUNE DI FORMIA ANCORA IN COMPLETO STATO DI ABBANDONO. UN ESEMPIO DI COME LA BUROCRAZIA DISTRUGGE I MONUMENTI E FRENA LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO-CULTURALE DI UNA CITTÀ

Afferma De Filippis: “Il complesso monumentale di Sant’Erasmo, di proprietà comunale, vincolato ai sensi dell’ex D. Lgs. n. 42/2004, sorge nel quartiere di Castellone nel comune di Formia, vicino all’antica Torre, al Cisternone, all’Anfiteatro e ad alcuni agrumeti “relitti” che nel loro insieme costituiscono un unicum di grande valore paesaggistico, archeologico, architettonico e storico artistico, al quale si accede da via degli Olivetani che si diparte dall’antico tracciato della via Appia.

Nelle sue volumetrie architettoniche, modificate nel tempo, il complesso è costituito essenzialmente dal monastero dei benedettini olivetani realizzato alla fine del XV secolo sul preesistente cenobio medievale dei benedettini cassinesi.

L’impianto monastico è coevo e identico a quello del Monastero di San Magno, anch’esso passato nel 1491 dai benedettini cassinesi ai benedettini olivetani.

Nella parte ipogea, della chiesa monastica, resa completamente visitabile da lavori di scavi archeologici effettuati negli anni 80-90, vi è l’antico martyria di Sant’Erasmo, uno dei circa 30 esistenti nel Lazio ubicati principalmente a Roma e nel suo interland. Dopo la soppressione degli Ordini Religiosi effettuata da Gioacchino Murat nel 1807, l’immobile ha avuto diverse destinazioni fino a divenire ad opera del Di Donato, negli anni ’30 del secolo scorso colonia estiva, orfanatrofio, e in tempi più recenti anche sede scolastica, sede di uffici della ASL e Comunali.

L’immobile fu acquisito negli anni ’80-’90 dal Sindaco Sandro Bartolomeo per realizzarvi l’Archivio Storico di Terra di Lavoro, ma rimase inutilizzato. Nel 2011 per iniziativa del Sindaco Michele Forte e del Presidente dell’IPAB SS. Annunziata con sede in Gaeta, Raniero Vincenzo De Filippis (che riveste gratuitamente la carica di Presidente dal 1 gennaio 2010 al 9 gennaio 2014) l’immobile veniva concesso in comodato d’uso all’IPAB per realizzarvi un “Centro Regionale Polivalente a servizio degli emigrati italiani” utilizzando un finanziamento regionale di complessivi 5.000.000 di euro al quale veniva aggiunto un ulteriore finanziamento di 2.000.000 di euro per la realizzazione di un parcheggio il cui progetto era stato già approvato dal Consiglio Comunale. L’IPAB procedeva quindi a realizzare l’opera in due lotti distinti di 1.000.000 di euro e di 4.000.000 di euro.

I lavori del primo lotto, considerati preliminari e urgenti in quanto necessari a verificare e intervenire sulla situazione strutturale, sono stati aggiudicati nel gennaio 2012 alla ditta SACEN di Napoli, e contabilizzati dall’IPAB alla Regione Lazio il 21 marzo 2014 per un importo di euro 833,407,01. Nel 2015 la Presidente Avv. Luciana Selmi avendo perplessità sulla contabilità invia tutto alla procura della Repubblica di Cassino e alla Corte dei Conti e si aprono tre procedimenti giudiziari:

·       uno penale dell’IPAB contro De Filippis Raniero Vincenzo ed altri per tentata truffa, frode e falso nel quale la Procura penale ipotizza un danno di euro 231.931,03 in base alla CTP commissionata dalla Procura all’ Ing. Eugenio De Falco;

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·        uno civile della ditta SACEN contro l’IPAB perché gli vengano liquidati le restanti somme dei lavori realizzati pari a 632.320,93 euro in base anche alla perizia del CTU ing.Rizzo, depositata nei giorni scorsi , nominato dalla Procura civile, che riduce il danno da 231.931,03 a 27.554,73;

·        uno contabile contro De Filippis Raniero Vincenzo ed altri, per danno di euro 1.000.000 alla Regione Lazio pari all’importo del primo lotto, in quanto si ritengono i lavori, ancorché realizzati, non utili per la funzionalità generale dell’immobile;

I lavori del secondo lotto sono definiti principali e sono stati appaltati nel febbraio 2013, e aggiudicati alla ditta SACEN con un ribasso del 5,256 % e per un importo complessivo di euro 2.696.717,24. Per un ricorso al TAR e al Consiglio di Stato effettuato dalla seconda ditta il contratto fu firmato il 23/12/2013 e l’IPAB avrebbe dovuto far attivare gli stessi entro i 45 giorni successivi. Fino ad oggi ciò non è successo perché il Consiglio di amministrazione pro tempore non ha proceduto alla consegna, e nel 2015 la Commissaria, poi Presidente dell’Ente IPAB Avv.to Luciana Selmi e il Direttore hanno addirittura restituito al Comune di Formia il bene sostenendo che non è compito dell’IPAB fare iniziative di recettività, tranne poi nel 2020 partecipare alla realizzazione e gestione dell’ostello di Gaeta realizzato in una proprietà comunale. A Formia no, a Gaeta si.

Ieri, 13 ottobre 2020, presso il Tribunale di Cassino si è celebrata l’udienza del GUP per l’indagine di tipo penale dei rilievi effettuati sui lavori del primo lotto per i quali la perizia dell’ing. De Falco stabilisce un danno di euro 231.931,03. 

La ditta SACEN aveva già depositato in Procura, giorni addietro la perizia del CTU Ing. Rizzo che riduce il danno ad euro 27.554,73.

Gli Avvocati degli imputati hanno chiesto di poter far realizzare una propria perizia, ma la richiesta non è stata accolta, considerato anche che i reati contestati si prescriveranno nel mese di marzo 2021, per cui sono stati tutti rinviati a giudizio.

La giustizia farà il suo corso e probabilmente il danno originariamente stimato verrà ridotto ad euro 27.554,73.

Di contro la ditta SACEN ha avuto già riconosciuto dal Tribunale civile una somma di euro 120.000 per ponteggi durante il periodo di custodia cautelare; la non realizzazione del secondo lotto gli garantirà l’esborso da parte dell’IPAB di altri 400.000,00 euro pari al quinto d’obbligo previsto dalla legge.

Forse sarebbe stato utile per la conservazione del monumento, per la sua fruibilità e per il bene dei cittadini di Formia, soprattutto di Castellone, che chi di dovere si fosse assunto le proprie responsabilità per far proseguire la realizzazione dei lavori che sarebbero stati ultimati secondo le previsioni per aprile del 2015, permettendo l’inaugurazione per il 2 giugno 2015, festa di Sant’Erasmo.

Il Complesso Monumentale di Sant’Erasmo in Castellone è senza dubbio per la città di Formia una ricchezza perché innanzi tutto è un luogo della memoria e delle radici, della fede, della storia, dell’arte, del paesaggio, del sociale.

I contenuti del progetto sono oggi ancora più pregnanti per la situazione contingente, quali la realizzazione dell’ostello con 80 posti letto, del museo dell’emigrante, della sala computer, del ristorante-bar, del parcheggio multipiano che risolverebbe tanti problemi di parcheggio a Castellone, i rapporti con la Comunità parrocchiale e civile di Castellone, il museo del Martyria di Sant’Erasmo e la costruzione di una rete nel Mediterraneo dei luoghi di culto dedicati ad Erasmo, la possibilità di un percorso pedonale che unisca Sant’Erasmo al Cisternone, la costituzione di un deposito archeologico, un piccolo anfiteatro e un Parco pubblico, la gestione dei servizi tutti turistici, affidata all’Istituto Alberghiero di Formia o ad altre forme di occupazione giovanile.

Esiste una dignità delle persone, ma esiste anche una dignità dei luoghi e dei monumenti soprattutto di quelli che sono contenitori della memoria. Gli Enti preposti devono tutti fare quanto è nelle loro possibilità per salvare, restaurare e valorizzare il complesso monumentale di Sant’Erasmo.

C’è un contratto di esecuzione dei lavori del secondo lotto ancora valido; è necessario che l’IPAB si assuma le sue responsabilità datate da tempo, visto che quando vuole si assume responsabilità nuove quale quelle necessarie alla realizzazione dell’Ostello di Gaeta, opera ottima, ma che è venuta dopo Sant’Erasmo in Castellone”.