Anno del Signore 1736. Una nuova data certa nella storia della Chiesa di Santa Albina V.M. di Scauri.

La si deve alla pazienza certosina e alla capacità di ricerca archivistica di Salvatore Cardillo, storico e bibliotecario, innamorato della “sua” Scauri.

Nelle sue ricerche documentarie Cardillo ha rinvenuto un documento estremamente significativo e interessante. Lasciamo a lui stesso il racconto della scoperta.

“Durante delle ricerche archivistiche – ci spiega – che mirano ad approfondire la storia del porto ‘scauritano’ legato all’Abbazia di Montecassino e alla famiglia ducale dei Carafa, mi sono imbattuto in un documento estremamente interessante riguardante un fondo denominato Corona, di proprietà dell’Abbazia di Montecassino.

Nel documento si legge che il fondo stesso venne trasferito alla famiglia Faraone, che provvide alla costruzione di un fabbricato.

Si apprende chiaramente che il fabbricato venne costruito su “una muraglia antica dove prima vi era un’antica chiesa”.

Non vi è dubbio che si tratti dell’antica Chiesa di Santa Albina V.M., citata già nel 981 nel Codex Diplomaticus Cajetanus e della quale troviamo tracce sino al sedicesimo secolo, in riferimento alla possibilità di beneficiare di indulgenze presso il tempio stesso.

Questa nuova scoperta archivistica ci indica un termine “post quem”, poiché sappiamo in tal modo che all’inizio del diciottesimo secolo la Chiesa era già in ruina.

Ulteriori ricerche forse ci consentiranno di apprendere le cause della sua decadenza”.

Che prima era chiesa, stralcio dal documento in copertina

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