PROSTITUZIONE E SFRUTTAMENTO, I CLIENTI ANCHE DAL GOLFO DI GAETA – Alfonso Reccia è un cavaliere solitario senza macchia e senza paura che con grande coraggio si immerge nel mondo della prostituzione cercando di aiutare le prostitute abbandonate da tutti. Donne che meriterebbero attenzione e aiuto da parte della società civile (ma è veramente civile?) Presidente dell’associazione Street Flowers Reflief preferisce operare in solitaria per non mettere a rischio nessuno dei suoi associati. Sino ad oggi è riuscito a fronteggiare le situazioni a rischio con le quali si è confrontato ma sa bene che i rischi ci sono. Il mondo della prostituzione non vuole riflettori e servizi giornalistici o, peggio, libri inchiesta. Chi scrive si chiede come possono molti uomini andare con prostitute che sul corpo evidenziano lividi e cicatrici? È sempre esistito il sesso senza amore ma è vergognoso il sesso senza umanità, che avvicina l’uomo alle bestie, non per nulla apparteniamo al regno animale.

Il nostro protagonista è docente a contratto di Storia Contemporanea ed è specializzato in Storia Latino-americana. Ha pubblicato un precedente libro inchiesta: Puerto Rico e il passaggio dal colonialismo spagnolo a quello statunitense (ESI- Napoli). Ha diretto un documentario dal nome “1750 GIORNI”. È un fotografo di reportage (la foto di copertina del libro è sua). Come fotografo/artista, attualmente è in esposizione collettiva a Vasto nell’ambito del Premio Vasto. È il presidente dell’associazione “Street Flowers Reflief” Onlus e come volontario opera nella zona del litorale domitio, tra queste in particolare zona San Tammaro/Santa Maria Capua Vetere, zona Carinaro/Teverola, zona San Giovanni a Teduccio.

Gli chiediamo di darci una fotografia della prostituzione sulla riva sinistra del Fiume Garigliano dove affluiscono molti clienti anche dal Lazio Meridionale e in particolare dal comprensorio del Golfo di Gaeta. Alfonso Reccia spiega: “Ciò che posso dire circa la prostituzione zona Castelvolturno è che è un fenomeno ormai trentennale che non accenna a diminuire. In questo periodo di pandemia e lockdown vari, per quel che riguarda le donne di origine nigeriana (e centro-ovest africano), lo sfruttamento della prostituzione è aumentato a dismisura nelle cosiddette “Connection House”. Per strada sono rimaste per lo più le slave e le romene.

È un fenomeno incessante, essendoci “offerta” di carne a buon mercato tutti i giorni quasi 24h al giorno. Io seguo attualmente ragazze che sono costrette a prostituirsi di giorno e anche di notte. Le ragazze africane devono mediamente restituire (come se avessero contratto un debito, ma poi non è così) fra i 25.000 euro e i 50.000 (molto raramente un po’ meno o un po’ di più).

Lo scenario principale è quello della Strada Domitiana a partire da Mondragone e fino ad arrivare a Pozzuoli. Durante la stagione estiva vengono interessate anche le zone a ridosso del ponte del fiume Garigliano. Non c’è una divisione in compartimenti stagni fra le zone delle ragazze dell’est europeo e quelle africane, anzi a volte lavorano a stretto contatto. Un tempo (anni novanta del secolo scorso) non accadeva, quindi la cosa fa pensare che le consorterie criminali abbiano raggiunto accordi pacifici per favorire gli introiti. È difficile quantificare con esattezza il numero delle ragazze coinvolte perché non vi sono solo quelle in strada, quelle visibili, ma anche quelle nelle “case chiuse” odierne.

Quest’ultime sono molte ma molte di più di quelle in strada. Il migliaio si supera senza problemi, parlo della sola area domitiana. Le ragazze africane hanno un prezzario leggermente meno esoso di quelle dell’est europeo. Considerando entrambe, si può andare da un minimo di 5 euro (sì, a volte capita) a un massimo di 40, ma resta una grossa eccezione perché usualmente si ferma a 20 – 25 € (poi, dipende da molti fattori). Purtroppo, sono soggette a moltissime malattie sessualmente trasmissibili e ovviamente la cosa va a scapito della loro salute e della salute pubblica (perché poi gli uomini che vanno con loro possono portare le malattie nelle rispettive famiglie, a danno di mogli ignare e incolpevoli). La clientela è variegata, si va dal poveraccio giovane o anziano al ricco giovane o anziano, ma comunque direi che c’è una leggera predominanza di persone oltre i 50 anni con stipendi medio bassi”.

Un libro inchiesta coraggioso: Fiori di strada La tratta delle donne in Italia

Autore Alfonso Reccia con prefazione di Stéphanie Vermot – Petit – Outhenin
Introduzione di Giovanni Cerchia – Postfazione di Lorenzo Canova

Di Gian Paolo Caliman

Tante donne africane sono costrette a prostituirsi da innumerevoli anni lungo quelle strade percorse ogni giorno da decine di migliaia di persone, talvolta con connivenze inimmaginabili, senza che qualcosa cambi davvero. Siamo nelle province di Caserta e di Napoli, al di là della riva sinistra del fiume Garigliano, ma non c’è alcuna differenza con quelle di Milano, di Roma o altre grandi città. Giovani donne e le loro vite, i loro dolori, i loro sacrifici, tante sconfitte e pochissime vittorie. L’odore nauseante di case umide, ferite mai rimarginate, anime dolenti, violenze fisiche e psicologiche. Ma anche una determinazione feroce, quasi ferina, un’animalesca sopravvivenza; e voglia di riscatto, di un vero sorriso e di lasciare quello squallido teatrino che serve per ammaliare voraci clienti o per esorcizzare i propri e gli altrui démoni. Fiori di strada, struggenti e inosservati, le cui storie gridano per essere conosciute da tutti.

Prostitute sul litorale domizio. Foto di Alfonso Reccia

Stephanie Vermot-Petit-Outhenin scrive: “Al grido silenzioso di queste ragazze, l’autore ha dato voce o, piuttosto, diverse voci che si mescolano e che fanno sentire i loro accenti più autentici”. Giovanni Cerchia tra l’altro afferma: “Reccia ci racconta il traffico degli esseri umani e la prostituzione con la partecipazione accorata di chi comprende tutte le difficoltà di un mondo che vive e degrada a poche centinaia di metri dalle nostre case”.

Da parte sua Lorenzo Canova scrive: “L’autore non teme il Male e riesce a trasmettercelo con forza e intensità, ricordando che quel Male non è poi così lontano da noi, ma che nessuno se ne vuole davvero occupare”. L’uscita del volume è stata mortificata dalle chiusure per la pandemia; ma la casa editrice si è innamorata del libro stesso e ha creduto senza riserve nell’autore.

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Il libro è disponibile anche su Amazon e altri canali.