Aggiornamento ore 15:50 del 12 marzo 2022 – Il temuto stop del settore autotrasporto per lunedì, proclamato dalle aziende a livello nazionale per il caro carburanti, è stato bocciato dalla Commissione di garanzia per lo sciopero. L’informativa, inviata a Trasportounito-Fiap e ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno, rileva il “mancato rispetto del termine di preavviso di 25 giorni”, richiamando “l’obbligo di predeterminazione della durata dell’astensione”.

Sciopero dei trasporti: anche nel Golfo di Gaeta si registrano code ai distributori – La foto di copertina è stata scattata l’11 marzo alle ore 19:00 presso il distributore di carburante del Centro Commerciale Itaca di Formia, da sempre considerato uno dei distributori di carburante con i prezzi più bassi. Il paradosso è che con l’aumentare del prezzo della benzina e del diesel aumentano le code per il rifornimento. Questo a causa dell’imminente sciopero dei trasporti che interesserà il territorio nazionale da lunedì 14 marzo.

Sciopero dei trasporti: anche nel Golfo di Gaeta si registrano code ai distributori – “La sospensione dei servizi si è resa inevitabile – ha dichiarato in una lettera inviata da Trasportounito alla presidenza del Consiglio, al ministro e al vice-ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi – anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire”.

Sciopero dei trasporti: anche nel Golfo di Gaeta si registrano code ai distributori – A questo sciopero, Unatras ha annunciato manifestazioni degli autotrasportatori in tutta Italia sabato 19 marzo. “La situazione è diventata drammatica – dichiara in una nota l’Unione delle associazioni dell’autotrasporto in Italia – Continuando a tergiversare, il governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti. Il costante è ormai insostenibile. L’aumento del costo del carburante ha determinato una situazione ingestibile per le imprese dell’autotrasporto italiano, che non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti agli stessi aumenti”.