Cosa spinge un uomo di trentanove anni a togliersi la vita nel modo più crudele, impiccandosi? Credo che tutti noi pensiamo a lui con profonda tristezza e dolore. Da diversi anni aveva lasciato la sua Ucraina per cercare di dare un futuro migliore alla sua famiglia. Coniugato e padre di bambini piccoli. Poi era entrato in crisi per dissapori affettivi, ha cominciato a vivere un travaglio psicologico che lo ha spinto al suicidio cogliendo un momento in cui era da solo nel cantiere edile dove era impegnato in Piazza della Libertà a Gaeta. I colleghi ritornati sul posto hanno cercato di rianimarlo, come poco dopo il personale del 118 allertato e quindi sul posto i Carabinieri della locale Tenenza. Tutto inutile. Sul selciato il corpo esanime di un giovane privo di vita. La Procura della Repubblica del Tribunale di Cassino ha autorizzato i militari a restituire il corpo alla famiglia. Le Onoranze Funebri Eterna hanno provveduto al trasferimento della salma presso il Cimitero Comunale. Il giovane suicida era di fede ortodossa e il Sinodo delle Chiese Ortodosse ha vietato tassativamente – senza deroghe – le esequie e anche la semplice benedizione della salma di colui che si è tolto la vita. Come d’altronde gli ortodossi vietano il funerale per coloro che poi intendono essere cremati. Sta a tutti noi invocare il Signore perché dia pace e amore all’uomo che si è ucciso. Chi è in grado di prevedere che cosa abbia pensato mentre perdeva in un modo così atroce la vita, può benissimo aver chiesto perdono all’Altissimo.