Adrian Moss, dinamico presidente della Sezione di Tuscia dell’Associazione Italia Nostra Onlus, ha scritto al presidente della Regione Lazio una lettera aperta che pubblichiamo testualmente:

“Preg.mo Governatore Zingaretti, nella provincia di Viterbo abbiamo superato gli obiettivi di produzione energetica da FER per il 2030 da 10 anni e vogliamo capire cosa sta succedendo.

Vogliamo capire perche’ nonostante questo primato e avendo raggiunto gli obbiettivi continuiamo più che mai ad essere sommersi da una valanga di progetti autorizzato e in corso di autorizzazione.

Impianti di fotovoltaico a terra ma anche per l’eolico, il bio-metano e la geotermia.

Che sta succedendo nella Tuscia?

Come se non bastasse nel contempo rischiamo di accogliere il sito di stoccaggio dei rifiuti nucleari (sarebbe bello capire come sia possibile che nella sola Tuscia, unica provincia nel Lazio, si siano trovati 22 siti idonei), continuiamo a raccogliere i rifiuti da tutta la Regione per scellerate politiche sui rifiuti di anni che purtroppo non sono migliorate, stando ai fatti.

Abbiamo già fattori endogeni di rischio naturale per la salute, arsenico, radon e agricoltura  intensiva caratterizzata dall’uso importante di fitofarmaci. Torno a chiederLe perché questo accanimento verso la Tuscia?

Perché si vuole trasformare questo territorio altamente produttivo e unico al mondo (il paesaggio “Etrusco”) in una centrale elettrica per il centro Italia?

Perché, alla luce di questo fatto (il raggiungimento degli obbiettivi per il 2030) la Direzione ambiente-rifiuti ha continuato a sfornare delle autorizzazioni su terre agricole di alto valore in un contesto mondiale dove il suolo risulta una risorsa limitata non rinnovabile? Energie rinnovabili su suolo non rinnovabile – dove andiamo?

I tetti, capannoni ed ecomostri, parcheggi della provincia sono privi di fotovoltaico eccezione fatta per rari casi, oltre alle nostre autostrade.

Che dice il PNIEC? Ne vogliamo parlare?Il nostro intento e’ propositivo e costruttivo per questo davanti ad una politica che ci ha svenduto in nome di interessi particolari e non certo del Bene Comune e delle generazioni future, le chiedo la disponibilità a visitare con noi queste meravigliose terre per un intera giornata a discutere insieme a chi come noi conosce la situazione.

Siamo esponenti della società civile, associazioni e altri stakeholder, per capire fino in fondo lo stato dell’arte e risolvere la questione delle rinnovabili non integrate su terre agricole e lasciare spazio a quelle integrate.

Un ultima precisazione per darle un ordine di misura: se il fabbisogno delle rinnovabili che l’Europa ci ha dato come Paese venisse suddiviso per le 107 province italiane, alla provincia di Viterbo toccherebbero 411 ettari,  tenga conto che tra impianti autorizzati e autorizzandi dal suo settore ambiente ne abbiamo già’ oggi oltre 4000 interessati.

Si metta una mano sulla coscienza e iniziamo a cambiare la cose, veramente. Cordialmente”.