Francesco D'Angelis - Left Formia

Incontro con il ventiseienne Francesco D’Angelis, classe 1994, percorso di studi: laureato in lettere, curriculum classico, e specializzando in “Politiche sociali e servizio sociale” presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Come nasce il suo interesse per la politica? “La mia passione – spiega – per la politica nasce alle superiori, quando la professoressa di lettere, Manola Arciero (che ancora ricordo con grande affetto), ci faceva confrontare in classe sui grandi temi di attualità: lì iniziai a scoprire non soltanto che le cose non andassero bene, ma che non tollerassi affatto che le cose non andassero bene e che nessuno facesse nulla per migliorarle. Poi, certo, il mio carattere fece il resto: io che di indole non riesco a stare “con le mani in mano” pensai che sarebbe stato bello dare un contributo perché le cose iniziassero a funzionare. In quel periodo della mia vita, avevo 14 anni, pensavo che la politica fosse una selva oscura troppo grande, fredda e buia per accogliere un giovane come me. Desistetti. Come rinacque l’interesse? “La vita – chiarisce – è quel navigatore satellitare che ti porta dove vuole e così, a sedici anni la brutta esperienza: mio zio, disabile fin dalla nascita, inizia a stare male. Scopro così, in tenera età, che non esistono solo il bullismo e l’omofobia (subiti per anni), ma che anche i disabili sono vittima di discriminazione, che anche verso di loro non c’è molta sensibilità e che, soprattutto, per loro non ci sono strutture e percorsi che facciano vivere loro una vita davvero di qualità, all’insegna dell’inclusione e della fruizione della propria città. Mio zio, poi, è venuto a mancare, ma in quel giorno capii che avrei dovuto battermi per cambiare le cose. Da lì iniziai il mio impegno in politica. Un impegno per le persone. Tutte”. Quindi? “Dopo le prime campagne elettorali per le elezioni amministrative locali e regionali, nel 2014 scendo in piazza portando nella nostra Formia il primo Pride della sua storia: all’epoca avevo 19 anni e se da una parte c’erano l’amministrazione comunale di Formia e la cittadinanza a supportarmi, dall’altra c’erano i soliti noti, vomitatori di odio, che me ne dissero di ogni tipo attraverso vari comunicati stampa. Fu la mia prima volta pubblica e il calore e l’affetto delle persone valsero molto più di un po’ di veleno sputato addosso. Per la prima volta, insomma, non fui da solo. Da lì l’esperienza in SEL, Sinistra Ecologia e Libertà, partito politico che mi ha accolto come membro più giovane per un anno e mezzo circa, fino all’elezione come presidente della sezione formiana dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Dopo questa breve esperienza, ho poi deciso di darmi all’associazionismo, portando a Formia l’associazione TILT con cui, negli anni, ci siamo occupati di tantissimi temi: omofobia, violenza di genere, disabilità (anche con l’esperienza nella “Consulta cittadina permanente per le politiche a favore delle persone disabili” di Formia), ma anche di Piano Urbano del Traffico e così via. Nel 2018, dopo la dedizione alla costruzione del progetto politico “Formia Città in Comune”, attuale gruppo d maggioranza nel Consiglio comunale di Formia, ecco che arriva la richiesta di candidarmi. Una richiesta a cui non ho voluto dire di no: ero pronto ad assumermi gli oneri e gli onori derivanti da quell’impegno che mi assumevo con i miei concittadini e con le mie concittadine. Le elezioni non andarono poi male: la coalizione di cui ero parte le vinse ed io mi portai a casa ben 96 voti: per essere la prima volta, devo dire, un risultato di cui esser soddisfatti. Ecco, però, che le cose iniziarono a prendere un’altra ed inaspettata piega: poca condivisione e, soprattutto, assunzione di decisione contrarie a quello che era il programma che avevamo tutte e tutti sottoscritto in vista delle elezioni. Una serie di motivazioni che trovavo troppo importanti per rimanere in quello spazio politico. Io, però, non volevo fermarmi: avevo ancora molto da dare a questa città. E così, insieme ad alcune persone con cui avevo lavorato sul territorio, con la spinta di Marta Bonafoni (Consigliera della Regione Lazio) e con Massimiliano Smeriglio (Eurodeputato del gruppo S&D), abbiamo dato vita a “LEFT FORMIA – Diritto alla Felicità”. Ci spieghi che cos’è LEFT Formia? Francesco D’Angelis ci chiarisce: “È un progetto politico civico, aperto, inclusivo, plurale, fondato su quattro pilastri che si ritrovano nel proprio nome: LEFT non indica solo “avanti”, “sinistra”, ma soprattutto Legalità, Ecologia, Futuro e Territorio, i nostri quattro capisaldi insieme al diritto alla felicità cui, fin da subito, abbiamo guardato. Questi, insieme ad altri importanti valori come quello dell’inclusione sociale, quello delle culture, della tutela e della valorizzazione del nostro territorio, si ritrovano all’interno della nostra “Carta dei Valori”, sottoscritta da tutte e tutti quelli che vogliono entrare a far parte del nostro team. Fin da subito abbiamo avuto chiaro l’obiettivo: mettere al centro le persone. Tutto il fulcro della nostra azione politica gira attorno alla centralità della persona ed al suo benessere. Non soltanto, però: abbiamo voluto, fin da subito, portare un nuovo modo di fare politica: riportare al centro del dibattito temi importanti della nostra città, temi spesso anche non considerati, e farlo con decisione, passione, ma senza la necessità di “urlare”. Quel che ci sta a cuore è il presente, ma, soprattutto, il futuro della nostra città: un futuro che vogliamo costruire insieme a tante e tanti nei prossimi anni. In questi pochi mesi da quando siamo nati non abbiamo fatto mai mancare il nostro apporto alla città: abbiamo proposto l’ingresso nella rete “Re.A.Dy” per il contrasto all’omofobia dopo le aggressioni alla coppia di ragazzi di Penitro, abbiamo proposto le valutazioni d’impatto di salute e sociale prima di decidere se realizzare davvero il “tempio della cremazione”, abbiamo avanzato importanti proposte per il turismo locale. Non soltanto, però. Come LEFT abbiamo anche chiesto conto della delibera di consiglio per la “gestione condivisa dei beni”, abbiamo chiesto conto sul tema dell’acqua (per noi molto sentito), ma anche sulla TSMREE, servizio fondamentale per i bambini ed i ragazzi disabili. Insomma: per esser un gruppo politico fresco, con un certo spirito autocritico, posso dire che abbiamo già dato un primo contributo. Però, non basta, no: non basta mai. Fin da subito la nostra collocazione è stata chiara: siamo nati come forza politica d’opposizione. Siamo nati come risposta all’immobilismo che attanaglia la nostra città. Siamo nati per dare una spinta ad una città che ha un grande potenziale, ma che non riesce ad emergere perché, a nostro parere, priva di una guida politica forte. Siamo nati per rimettere al centro dell’agenda politica le persone ed il loro benessere. Ed è in quest’ottica che continueremo a dare un contributo per la nostra città”. Che cosa intende fare per la sua città? Ribadisce: “Personalmente ritengo che Formia non debba accontentarsi delle “piccole cose”, anzi. Formia deve diventare una città Futura: una città proiettata in avanti e non vista nell’ottica e nella prospettiva di cinque anni di governo. Io guardo già alla Formia del 2050: sviluppo sostenibile, nuove tecnologie, ruolo di rilievo nel panorama culturale italiano (la nostra storia ci conferisce già buone basi di partenza in merito). Non illudiamoci: per tutto ciò non basteranno l’impegno amministrativo e della cittadinanza tutta, ma serviranno soprattutto fondi. Proprio per questo motivo con LEFT stiamo studiando nuove forme di captazione di fondi europei: l’idea dello “sportello Europa” (neanche attuato) è insufficiente e superata. Formia deve essere la città davvero di tutte e tutti: non è più tollerabile vedere persone per le quali la città non è fruibile, giovani che vanno via o che si spostano per fare una serata diversa, fasce sociali più deboli dover cercare aiuto altrove. Subito spazi di cooprogettazione e cooworking, incentivi di sviluppo al terzo settore ed infittimento di una rete sociale che vada ben oltre la nostra città per non lasciare nessuno e nessuna indietro. Mai più. Il nostro patrimonio storico, culturale e paesaggistico non possono rimanere solo una bella cartolina: devono essere il fulcro del rilancio turistico e culturale di Formia. Il tutto, però, credo vada ripensato sotto una luce fresca, giovane, nuova: non bastano gli eventi, ma bisogna incanalarli nell’ottica di un preciso progetto turistico. Sono conscio che bisognerà mettere mano prima di tutto a delle basi (l’infopoint turistico, ad esempio, la cartellonistica, l’istituzione di percorsi e la mobilità all’interno di questi mediante navette, ad esempio), ma non si può continuare a cercare di fare turismo in una città come Formia aggrappandosi a qualche evento sparuto. Io penso che Formia sia una città storicamente importante, stupenda dal punto di vista paesaggistico, che con una bella spinta, “con un filo di trucco ed un filo di tacco” può davvero fare turismo partendo dal tanto di bello che ha: penso al parco regionale Riviera di Ulisse, penso alle sue belle spiagge, al Cisternone, ai vicoli di Castellone e Mola, penso alla bellezza dei nostri monti. Qualcosa che non si può continuare a non vivere come punto di forza turistico. Non soltanto, però: la nostra bellezza, il nostro patrimonio storico ed archeologico siano la base di rilancio della nostra comunità anche per chi la vive quotidianamente. Solo in questo modo, solo ripartendo da quanto di buono abbiamo, riusciremo a rilanciare naturalmente e più in fretta la nostra città.
Mi dico soddisfatto dell’approvazione della mia proposta di modifica del nome della III Commissione Consiliare: sono felice che leggeremo anche le parole “Pari Opportunità”. Questa proposta fu avanzata al Sindaco Paola Villa nell’ambito di un incontro privato richiesto all’indomani dell’ennesima aggressione omofoba che ha visto coinvolti Pasquale e Michele, due concittadini di Penitro. Era ottobre 2019. Il 15 luglio scorso il Consiglio Comunale ha, per la seconda volta, discusso il punto che è stato approvato. Sono molto contento, ma non si guardi a questo piccolo traguardo come ad un punto d’arrivo perché, in realtà, è solo l’inizio: questa dicitura deve essere da stimolo immediato all’amministrazione a fare vere politiche di pari opportunità, trasversali e che consentano davvero di riappianare, nel piccolo della nostra comunità, le differenze di opportunità di vita che pure esistono fra le persone”. Buon lavoro Francesco, tutte le persone non violente e autenticamente democratiche hanno diritto ad esprimere le proprie idee e, ancor più, a lottare per le proprie convinzioni. Ti auguro nel 2050 di vedere realmente la Formia che tu ora sogni e per la quale stai lottando.