La pedemontana di Formia tra critiche e propositi per un progetto agognato da anni – L’Associazione “Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine” e l’Associazione “Incontri
& Confronti” intervengono sul tema della pedemontana di Formia e testualmente dichiarano: “il
consigliere regionale Cosmo Mitrano ha rilasciato un’intervista in merito al progetto della
pedemontana di Formia. È noto il suo recentissimo impegno sul tema: egli ama apparire e
periodicamente discetta dell’infrastruttura, riportando dati e notizie che, altrimenti, né il sindaco di
Formia né il presidente della Provincia di Latina, sentono il dovere di far conoscere. Questi ultimi
vengono menzionati non a caso perché, come rappresentanti del territorio, sono stati uditi nel marzo
2022 dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sul Piano di Fattibilità Tecnica ed Economica
(PFTE) del progetto. Tuttavia Mitrano, riporta circostanze non proprio in linea con quello che è lo
stato del progetto, almeno secondo gli atti ufficiali. Egli afferma che – prima del suo interessamento non esisteva un progetto, ma solo ipotesi di percorso e si attribuisce il merito di aver costretto
l’ANAS, che “tergiversava” a scegliere tra le varie alternative.

Ciò non è vero, perché fin dal
novembre 2021 la società aveva scelto l’alternativa 3 di tracciato e, su quella, aveva elaborato il
PFTE. Ancora Mitrano asserisce che, allo stato, è stata avviata la fase di progettazione definitiva
dell’opera. A parte il fatto che la fase di progettazione definitiva è stata espunta dal nuovo Codice
degli Appalti, appare inverosimile ciò che afferma, perché il PFTE non è mai stato approvato dal
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Infatti il suo esame, avvenuto nell’adunanza del 30 marzo
2022, si era chiuso con un rinvio a seguito della richiesta di integrazioni e chiarimenti. È da lì che
bisogna ripartire ed è fortemente improbabile che un ente di Stato proceda alla progettazione
esecutiva, senza aver prima incassato il parere favorevole del Consiglio Superiore sul PFTE. Ma dei
disallineamenti procedurali non si vuole fare una colpa al consigliere regionale. D’altra parte il suo
interessamento è troppo recente per ricordare la pluridecennale storia della pedemontana.

Due
notizie però ce le fornisce: 1) L’opera, nell’intesa Regione Lazio / Ministero delle Infrastrutture, è
stata classificata di priorità 3 su una scala che va da 1 a 4; 2) Il costo complessivo dell’opera è
lievitato a circa 600 milioni di euro dai 390 mln (iva compresa) del PFTE discusso a marzo 2022 in
sede di Consiglio Superiore. I punti precedenti meritano qualche considerazione: la priorità 3 non è
la massima, ma occorre accontentarsi;  con lo stesso livello, nell’intesa Regione/Ministero, sono
state incluse anche altre opere;  le risorse a disposizione sono limitate, se non scarse; l’impegno
economico, lievitato oltremodo, rende assai più difficile il finanziamento dell’opera. A tutto ciò si
aggiungano molti punti di criticità ambientali ed idrogeologiche, quali: interferenza degli scavi con
le falde acquifere a causa del lungo traforo, consumo di territorio soprattutto in relazione agli
espropri di aree molto antropizzate, criticità alle quali ancora non si danno risposte. Queste
circostanze, di fatto, allontanano la realizzazione in tempi ragionevoli dell’infrastruttura e,
soprattutto, condannano la popolazione di Formia e del Golfo a convivere ancora a lungo con le
difficoltà del traffico litoraneo. Ciò non è accettabile, specialmente se, in maniera apodittica, si
rinuncia a studiare un più economico progetto di rigenerazione urbana dell’infrastruttura viaria
esistente, in grado di separare i flussi di traffico locale da quelli di attraversamento; azzerare di fatto
gli espropri e il consumo di suolo; eliminare le interferenze con gli acquiferi delle sorgenti
Mazzoccolo e Acerbara; evitare l’attraversamento di territori fragili dal punto di vista idrogeologico
e fortemente vincolati paesaggisticamente, vedi tomba di Cicerone.

L’obiezione ricorrente verso
una tale impostazione è che i provvedimenti assumibili fluidificherebbero il traffico extraurbano ma
non lo eliminerebbe, come invece avverrebbe (?) con il suo spostamento in collina, attraverso la
realizzazione di una nuova strada pedemontana. Alla critica si potrebbe rispondere parafrasando una
celebre frase di Voltaire “Il meglio è nemico del bene”. Ma a chi amministra poco importa se gli
anni continuano a passare infruttuosi: sulle speranze si costruiscono splendide carriere politiche”.
Di contro Cosimino Mitrano ha dimostrato nei due mandati di sindaco del Comune di Gaeta di
essere un amministratore capace e intelligente e quando si prefigge un obiettivo fa di tutto per
conseguirlo. Ora è consigliere regionale al suo primo mandato e presidente di commissione e
certamente non si può imputare a lui un passato del quale sono tanti e ben altri i responsabili. Da considerare che è Presidente della VI° Commissione consiliare permanente lavori pubblici,
infrastrutture, mobilità e trasporti, che
lo rendono legittimato a intervenire.

Ora le persone di buona volontà debbono collaborare, a prescindere dalla loro militanza politica, per il bene della
società civile dell’intero comprensorio
del Golfo.