Navi petroliere stazionano nel Golfo di Gaeta – Zonfrillo: E’ opportuno? – Eduardo Zonfrillo, Presidente di Legambiente Circolo Verde Azzurro Sud Pontino, comunica: “In questi giorni, documentata dai nostri droni, la presenza di due unità navali probabilmente dedite al trasporto di prodotti petroliferi al pontile ENI di Gaeta. Sembrano  la Valgardena e la Songa Diamond.  Chiederemo agli organi competenti se è opportuno far stazionare, per diversi giorni ed abitualmente, anche in posizione geostazionaria, nel Golfo di Gaeta, grandi unità mercantili – circa 184 metri di lunghezza per 28 di larghezza  e poco meno di una decine di metri di pescaggio –  che utilizzano per rimanere ferme le colossali eliche di prua e di poppa sempre in funzione invece delle ancore su una zona indicata dal rapporto dell’ENEA come sede di ” sedimenti di Cesio -137  e Cobalto-60. Infatti,  secondo  uno  studio  di  ENEA  del  1983,  pubblicato  subito  dopo  la  fine  della  produzione elettrica  della  centrale  Elettronucleare  del  Garigliano,  nei  sedimenti  dell’area  in  esame  fu individuata  la  presenza  di  radionuclidi,  tra  cui  Cesio-137  e  Cobalto-60.    Tali  studi  non  sono stati  poi  più  replicati  in  tempi  più  recenti,  per  cui  di  fatto  ad  oggi  non  c’è  nessuna  nuova documentazione  che  smentisca  la  presenza  di  queste  sostanze  e  come  sia  evoluta  questa situazione  di  inquinamento  negli  ultimi  anni.

Navi petroliere stazionano nel Golfo di Gaeta – Zonfrillo: E’ opportuno? – Il  Cesio-137  è  un  isotopo  radioattivo  del  metallo  alcalino  Cesio  che  si  forma  principalmente come  un  sottoprodotto  della  fissione  nucleare  dell’uranio;  il  cobalto-60  è  un  isotopo radioattivo  sintetico  del  metallo  cobalto.   Questi  pericolosi  elementi  sono  presenti  nel  luogo,  a  causa  della  presenza  a  pochi chilometri,  della  Centrale  Elettronucleare  del  Garigliano,  che  con  una  produzione commerciale  tra  il  Giugno  del  1964  e  il  Marzo  del  1982,  ha  immesso  in  mare  gli  elementi  in questione  attraverso  il  fiume  Garigliano.  I  radionuclidi  sono  giunti  fino  a  mare  depositandosi progressivamente  sul  fondale  marino. Lo  studio  che  conferma  la  presenza  di  137Cs  e  60Co  è  stato  condotto  da  B.  Anselmi,  O. Ferretti,  C.  Capucci  i  quali  hanno  evidenziato  che  tali  radionuclidi  “presentano  le concentrazioni  minime  lungo  la  fascia  sabbiosa  litoranea,  concentrazioni  massime  nei sedimenti  argillosi  della  fascia  intermedia e progressivamente  decrescenti  verso  il  largo,  nella  fascia  esterna”  ****   Inoltre  è riportato che   “la  distribuzione  verticale  dei  radionuclidi  interessa,  a  seconda  delle zone,  strati  compresi  tra  la  superficie  ed  i  12-22  cm  di  profondità”  e  che  “sono  presenti  sia fenomeni  chimico- fisici  di  rimobilizzazione  dei  radionuclidi  che  di  bioturbazione  negli  strati.Nelle prima foto – tratta dal rapporto –  la sede dei sedimenti di radionuclidi B la zona con concentrazione Media,  C scarsa, D molto scarsa con l’indicazione – non in scala – delle due navi in geo stazionario sulla fascia media.Le foto della Valgardena e della Songa Diamont – coperta dalla nebbia –  riprese dai nostri droni.”