Paola Villa precisa: “Il 22 marzo scorso sono state tante le manifestazioni che hanno portato a celebrare la Giornata Mondiale dell’Acqua, ad approfondire temi e coinvolgere le scuole, sugli approvvigionamenti idrici mondiali, le aree dove l’acqua diventa merce di scambio, motivo di guerra e ricatto economico. Un giorno in cui senza pretese si sarebbe potuto fare un po’ il punto della situazione sugli approvvigionamenti idrici del sud pontino e sulla loro preservazione, protezione e reale consistenza”.

Quindi afferma: “Inizio subito nel dire che dal 2017, la famigerata “crisi idrica”, che portò la Protezione Civile Regionale a stanziare oltre 5 milioni di euro da investire in modo “repentino” sui territori che soffrirono 6 mesi di riduzione del flusso, chiusure improvvise, rotture ed allacci di fortuna, giorni, settimane intere senza avere l’acqua, ad oggi non abbiamo ancora contezza, rendicontazione e chiarezza della spesa di quei soldi. Basti pensare che alcuni di quei fondi sono stati investiti sul campo pozzi “25 Ponti” e sulla condotta Cellole – Minturno, ma ad oggi nessuna delle due opere sono complete.

Ma andiamo per ordine. Il campo pozzi costato 1.617.000,00 (di cui 880.000,00 proveniente dai fondi della protezione Civile) prevedeva lo scavo di 6 pozzi ed un approvvigionamento di circa 300l/secondo, oggi i pozzi sono 4 (non tutti funzionanti), che producono non oltre 100l/secondo, acqua che ancora non è certificata da un Giudizio d’Idoneità da parte della Asl, come prevede il D.lg. 31/2001 e il DM del 26 Marzo 1991. Inoltre questi pozzi monitorati dall’Università La Sapienza di Roma, sono stati definiti “funzione di riserva straordinaria e per limitati periodi di tempo…dai monitoraggi fin qui condotti sembrano indicare che si possano innescare processi di salinizzazione” (foto allegate della relazione pubblicata dal dipartimento di Ingegneria della Sapienza).

La condotta di Cellole -Minturno i cui costi totali ancora non sono chiari, i lavori appaltati non si comprende bene a chi, sono svolti con fondi di AcquaCampania, nel tratto della provincia di Caserta, fondi della Protezione Civile della Regione Lazio, nel tratto ricadente nel comune di Minturno, in provincia di Latina. Dei lavori non si riesce a leggere un affidamento, una gara, un GIG, una procedura pubblica, eppure tutte queste domande sono state più volte fatte ai tavoli istituzionali, a partire da quello istituito in Prefettura a Latina, a quello Istituito dall’Autorità di Bacino del Lazio Meridionale.

Ancora oggi non è dato sapere quanto costerà agli utenti dell’ATO4 (ossia ai cittadini dei 33 comuni della provincia di Latina, più quelli di 2 comuni della provincia di Roma e 4 Comuni della Provincia di Frosinone) 1 metro cubo di acqua della condotta Cellole – Minturno, acqua che proveniente dal Gari (tratto della provincia di Frosinone), va in Campania (sembrerebbe gratis!) e poi ritorna nel Lazio ed essere venduta all’ATO4. Ovviamente dai dati agghiaccianti di quella estate del 2017, non è cambiato tantissimo il bilancio idrico, alcuni risultati ottenuti ad alto prezzo, come estenuanti riunioni con i vertici del gestore, dove la Segreteria Tecnico Operativa non ha mai “alzato la voce” più di tanto, pur trovandosi un evidente stato di inefficienza gestionale.

Eppure abbiamo seguito il piano di recupero delle dispersioni fisiche del Sud Pontino dove a fronte di 2.600.000,00 euro di budget su Formia, nel 2020 si erano investiti SOLO 840.000,00 euro, troppo poco e troppo lentamente, anche se come si vede, Formia, è l’area dove si è investito di più rispetto alle cifre messe in budget in altre città del Sud pontino. In tutto questo scenario, la richiesta pressante verso il gestore è sempre stata e continua ad essere quella di investire nella messa in sicurezza delle nostre due sorgenti, Mazzoccolo e Capodacqua, ma anche lì su 1milione e 700mila euro previsto nel piano interventi, non si riesce a comprendere dove e come si stiano facendo gli interventi”.

Paola Villa come “un fiume in piena” incalza coloro che avrebbero dovuto fare o informare: “Il gestore oggi è più impegnato a voler mettere in collegamento diverse fonti idriche, inventandosi una interconnessione VETERE (si trova a Fondi) – Mazzoccolo. Interconnessione per la quale si prevedono oltre 15 milioni di euro, che probabilmente arriveranno con il Recovery Plan, e che invece di proteggere le sorgenti, le lasceranno ulteriormente deteriorare, aumenteranno il numero di pozzi artificiali di approvvigionamento, faranno sì che multinazionali come Veolia, che nel frattempo si saranno comprati i territori sui quali sorgeranno i campi pozzi, diventino le uniche proprietarie delle fonti idriche e potranno detenere il vero potere del futuro, la gestione dell’acqua”. L’augurio è che queste tematiche siano democraticamente e trasparentemente siano affrontate quando la campagna elettorale entrerà nel vivo.

La Giornata mondiale dell’acqua – World Water Day

Ogni anno, il 22 marzo, le Nazioni Unite lanciano un appello per celebrare la giornata dedicata alla tutela della risorsa idrica. L’obiettivo della Giornata mondiale dell’acqua (#WorldWaterDay) è quello di celebrare l’acqua e richiamare l’attenzione sulla crisi idrica globale, sensibilizzando la popolazione in vista del raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 6: acqua e servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030, un traguardo indispensabile per appianare le disuguaglianze socio-economiche e garantire la dignità di tutti gli esseri umani. Il tema della Giornata di quest’anno è stato “valorizzare l’acqua”.

Il valore dell’acqua è infatti molto più del suo prezzo: l’acqua ha un valore enorme e complesso da un punto di vista familiare, alimentare e culturale, per la salute, per l’istruzione e per la salvaguardia dell’integrità del nostro ambiente naturale. La sfida lanciata dalla Giornata mondiale di quest’anno è stata quella di raggiungere una comprensione completa del valore multidimensionale dell’acqua: se trascuriamo uno di questi valori, non saremo in grado, infatti, di salvaguardare questa risorsa – finita e insostituibile – a beneficio di tutti. È stata una “ghiotta” occasione per l’ex sindaco Paola Villa, che certamente si ripresenterà come candidata alle prossime amministrative, per tornare sul tema dell’acqua pubblica a lei molto caro e che negli anni del suo governo di primo cittadino l’ha caratterizzata rispetto agli altri sindaci del comprensorio.