Lutto nella comunità francescana, dolore tra i fedeli. È scomparso, dopo una lunga malattia, padre Michele Alfano, figura carismatica legata attualmente al Convento di Sant’Antonio e parroco del Corpo di Cristo in piazza Zanardelli a Nocera Inferiore. Aveva 74 anni, essendo nato il 31 marzo 1948. Era stato ordinato sacerdote nel 1974, originario di Angri. Il lutto ha colpito tutte le comunità che lo hanno visto come pastore. Dal 1990 al 1997 è stato parroco della Chiesa di Maria Santissima Immacolata in Scauri. Profondamente amato per la sua dolcezza sacerdotale, il suo rispetto del prossimo, la sua carità e per l’attenzione posta nel migliorare la struttura del tempio. Chi scrive aveva con lui un bellissimo rapporto, gemelli astrali, all’ordinazione diaconale il 25 maggio 1991 era stato nominato da lui terziario francescano. Il Comune di Minturno e la Comunità Parrocchiale lo hanno ricordato con dei manifesti a lutto. Una delegazione di scauresi ha partecipato alla funzione funebre. A Scauri si terrà una santa messa in occasione del trigesimo. La camera ardente è stata allestita nella Chiesa del convento di Sant’Antonio sino ad oggi. Alle 11 vi è stato il rito funebre.

Il vescovo della diocesi, Mons. Giuseppe Giudice, insieme ai religiosi, ha ricordato Padre Michele come “uomo saggio, frate amorevole, fedele servitore di Cristo, gioioso “figlio” di San Francesco d’Assisi, generoso annunciatore del Vangelo, amico di tutti. Il Signore Risorto lo accolga nella Sua gloria e lo renda partecipe del premio dei giusti”. Anche il sindaco Manlio Torquato ha inviato un messaggio di cordoglio alla comunità dei Frati Minori Conventuali e ai fedeli della parrocchia del Corpo di Cristo. Torquato era molto legato a padre Michele. Nel Convento di Sant’Antonio 12 anni fa il sindaco aveva dato inizio alla sua carriera politica ed amministrativa organizzando le prime riunioni di Nocera Civile, il movimento che lo avrebbe portato ad amministrare la città per dieci anni. Sempre nel convento Torquato ha tenuto le prime riunioni di giunta fuori porta. Ha scritto il sindaco: “Padre Michele non si è mai opposto, nel suo approccio bonario e prudente all’accoglienza di tutti, neppure di fronte ad una stranezza come quella di un sindaco neofita che lì si rifugiava, come nei suoi tormenti universitari, per trovare pace adesso a quelli amministrativi. Fa buon viaggio allora, ti sono debitore, come una città intera, per aver accolto colui, coloro che l’hanno guidata in anni difficili, senza pregiudizi e senza mai chiedere nulla. E per avergli col tuo sguardo benevolo, portato bene e non solo per questo”. La sua morte è un dolore immenso dal Golfo di Gaeta alla piana nocerina.