Continua una fattiva collaborazione con Don Antonio Cario, direttore diocesano per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti, nonché parroco di Scauri della Chiesa di Sant’Albina V.M.. E’ un concreto contributo per tutti coloro che amano seguire il calendario liturgico con il contributo di uno stimato teologo. “Carissimi, in questa 31.ma domenica del tempo ordinario la Parola di Dio ci invita a prendere le distanze dal potere, dal formalismo religioso e dall’ipocrisia che possono snaturare le relazioni tra i cristiani.

     Nel Vangelo di Matteo (23,1-12), infatti, Gesù critica la falsità e l’ambiguità degli scribi e dei farisei nell’esercizio dell’autorità: “Essi dicono e non fanno … Impongono regole pesanti sulle spalle della gente, ma essi non le osservano … Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati … si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “maestri” dalla gente”.

     Alla luce delle parole del Signore, potremmo fare una revisione di vita ecclesiale affinchè nessuno sia trattato da suddito o da schiavi di chi non serve i fratelli, ma si serve dei fratelli per affermare il suo potere.

     Quanti cristiani si pongono al di sopra degli altri come giudici, per lanciare sentenze contro i tradizionalisti o i progressisti, contro chi prega troppo o contro chi organizza attività ricreative, magari anche citando qualche versetto della Bibbia.

     Quanti cristiani più che compiacersi della Parola proclamata sono ripiegati sulle proprie capacità usando la stessa Parola per affermarsi come bravi parlatori.

     Quanti cristiani si impegnano a favore dei bisognosi  per essere venerati dagli altri e non mancano di crtiticare aspramente chi non fa nulla, creando divisioni nelle Comunità.

     Quanti cristiani si considerano migliori degli altri e fanno di tutto per ricevere titoli onorifici e riconoscimenti pubblici.

     Gesù oggi, con la sua Parola, richiama il fondamento delle relazioni ecclesiali: “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli … Uno solo è il Padre vostro, quello celeste … Uno solo è la vostra Guida, il Cristo”.

     Guardando il mondo in cui viviamo ci rendiamo sempre più conto chè c’è bisogno di una guida sicura, di una paternità che unisce gli uomini nella fraternità universale, di un maestro che ci indichi il cammino verso l’unità e la pace.

     E’ questa la ragione per cui ogni Comunità cristiana, strutturata con ruoli di servizio e di guida evangelizza un territorio, per: “far udire la Parola di Dio e farla accogliere, non come parola di uomini, – scrive San Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi (2,7b-9.13) – ma come è veramente, come Parola di Dio che opera nella vita dei credenti”

     I cristiani, interpellati dalla Parola dell’unico Maestro percepiscono di essere tutti fratelli e discepoli suoi, lasciandosi guidare nella conoscenza di ciò che il Padre desidera dai suoi figli: “Chi tra voi è più grande, sara vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato”.

     Carissimi, “abbiamo un solo Padre – proclama il profeta Malachia (1,14b-2,2b.8-10) – un solo Dio ci ha creati. Non possiamo agire con perfidia l’uno contro l’altro”

    Quell’”Uno solo”che unisce i tre testi della Parola di questa domenica ci aiuta a superare il formalismo religioso, l’esibizionismo nella vita della Chiesa e l’autoritarismo sui nostri fratelli per riscoprire al motivo del nostro essere cristiani: “dare gloria al nome di Dio” come ci ha invitati il profeta Malachia.

     Cio che ci rende grandi dinanzi altri è il servizio umile illuminato dalla Parola del Maestro, sostenuto dalla Guida dello Spirito e custodito nella paternità di Dio

    Per questo guardiamo a Gesù e lasciamoci trasformare dal suo esempio.

    Egli che si è offerto per la vita del mondo, che si è compromesso per difendere la verità, che ha affrontato per amore l’odio, la cattiveria, l’oltraggio e la derisione … ed è salito sul trono della croce per rinnovare la nostra vita e darci la capacità di attuarequanto oggi chiediamo nella preghiera colletta: “Riconoscere in ogni uomo la dignità con la quale è stato rivestito da Dio per servirlo con semplicità di cuore”.” Don Antonio Cairo