L’IMPERATORE ANTONINO PIO E IL SUO AMORE PER FORMIA – Nel museo archeologico nazionale di Mantova, già museo della Reale Accademia, è custodita un’epigrafe certamente rinvenuta a Formia. La lapide, in marmo bianco è infranta in tre parti che ricomposte ne consentono la completa lettura: IMP. CAESARI.DIVI HADRIANI ELIO. DIVI TRAIANI.PARTHICI.NEP DIVI.NERVAE.PRONEPOTI TITO.AELIO.HADRIANO ANTONINO. AVG.PIO.PONT MAX.TRIB.POTXI.COS.IIII PP FORMIANI.PUBLICE l’iscrizione è di tipo onoraria, e senza dubbio era posizionata sulla base di una statua eretta per commemorare l’imperatore romano Antonino Pio, la cui presenza nella città di Formiae era frequente.

La scritta “TRIB.POTXI.COS.IIII” sta per “Tribunizia potestà XI del consolato IIII”, che indica l’anno 148 d.C. (901 di Roma), da cui si può dedurre che fu resa quest’onorificenza ad Antonino Pio tredici anni prima della sua morte avvenuta nell’anno 161 d.C. Francesco Mari Pratilli nella sua opera “Della via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi”, pubblicato a Napoli nel 1745, cosi scrive: “(…) Per le sue delizie, e per la sua amenità fu la città di Formia frequentata dalle più illustri famiglie di Roma, e da’ medesimi Imperadori, come si ravvisa ne’ marmi, avanzi per altro miseri di sue passate grandezze. Ben tre di essi veggonsi innalzati da Formiani all’Imperadore Antonino Pio: argomento chiarissimo, che questo Imperadore, il quale, al riferir degli storici, frequentò le delizie della Campania, spezialmente dell’amenità di Formia dovette dilettarsi, e colmare i Formiani di molti beneficj.

Per la qual cosa alzati gli furono in segno di gratitudine i mentovati marmi.(…)” Non mi è dato sapere come questa epigrafe sia finita nel museo di Mantova, certamente acquistata da chi ha avuto cura di raccogliere queste opere d’arte per poi trasferirle altrove, quando i reperti archeologici avevano libero mercato. L’Amministrazione comunale, molti anni addietro, ha dedicato all’imperatore Antonino Pio un breve tratto di una strada del centro cittadino. Nelle immagini due incisioni del 1830 che raffigurano l’epigrafe e l’imperatore Antonino Pio.