Quei 5 secondi assurdi (Rosa Chemical-Fedez)

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Rosa Chemical, continua a dichiarare che, nel bacio tra lui e Fedez, non vi fosse nulla di male, anzi, che quel gesto, era stato scherzosamente pianificato nel prefestival e poi realmente sentito e dato sul palco. RC (Rosa Chemical), alla ricerca del suo quarto d’ora di notorietà, per citare Andy Warhol, icona della pop art, si è giocato le carte dell’ambizione sfrenata e della visibilità a tutti i costi. La sua canzone è una mistura di riferimenti all’ipocrisia, ai controsensi, ai luoghi comuni, alla libertà di costume e di azione, al “gender fluid” tanto da sembrare logico per lui fare qualcosa di trasgressivo e dare così vigore al suo intervento sul palco dell’Ariston come nel caso di Blanco con la distruzione delle meravigliose rose rosse che richiamavano al video della canzone.

Ci si concentra mediaticamente sul quel bacio, per ovviare alla simulazione dell’atto fisico che Fedez ha agito nel momento in cui RC gli si sedeva sopra. Fedez, non aveva bisogno di fare quel gesto, in quanto non ha bisogno di ulteriore visibilità. Una nota stonata. E mentre la Ferragni sul palco, nelle due serate, cercava di veicolare concetti quali la corretta cultura della comunicazione nei social media, i diritti umani-diritti delle donne, la risposta agli haters, veicolando il tutto attraverso abiti ed accessori da lei indossati; Fedez, quasi in competizione, agiva in quel modo discutibile mancando di riguardo a tutti, nessuno escluso. RC ha giocato d’astuzia e Fedez avrebbe dovuto sostenere la moglie e non rischiare di danneggiarla prestandosi al gioco.

Cio’ estrapola una osservazione. Capire la portata dei propri atti e l’effetto che ciò comporta all’esterno è fondamentale per chi ricopre un ruolo pubblico e non. Agire come se si fosse slegati da un contesto significa non avere consapevolezza di sè e di dove si é o ancora, saperlo ed ignorarlo. Si spera che Fedez abbia compreso e si sia scusato con tutti come ha fatto poi Blanco dopo aver capito il gesto immaturo commesso, sia per averlo precedentemente preparato, sia per la rabbia diseducativa, priva di autocontrollo. Si aggiunge inoltre che la comunità LGBTQ dal 1996, attualmente denominata LGBTQIA+ ha ricercato questa formula di aggregazione come difesa dai contesti discriminatori, violenti/punitivi e non intende diventare un fenomeno da baraccone.