Con il termine eSport si identifica un’ampia categoria di giochi digitali, a tema sportivo e non solo, che vengono praticati in modo competitivo, un fenomeno in piena espansione in questi anni che sta suscitando sempre maggiore interesse anche da parte degli analisti economici. Vediamo insieme di cosa si tratta e quali saranno le evoluzioni del prossimo futuro.

Che cosa sono gli eSport

Come suggerisce la parola stessa, eSport altro non significa che “sport elettronici”, intendendo con questo termine tutti quei giochi praticati in formato digitale che prevedono una competizione tra gli utenti. Si tratta, in sostanza, di un’evoluzione dei tradizionali videogame in cui, sfruttando la rete internet e l’uso delle più moderne tecnologie, gli appassionati si ritrovano sullo stesso scenario di gioco sfidandosi per raggiungere la vittoria finale.

Nella categoria eSport ricadono diversi generi videoludici, a partire da quelli più strettamente legati al mondo dello sport (come dimostrano i numerosi tornei di calcio organizzati a livello globale) fino ad arrivare ai tanto amati MOBA, che combinano azione e strategia all’interno di scenari fantastici. Non meno importanti, parlando di eSport, sono poi le competizioni che vedono protagonisti i giochi da tavolo, come quelli di carte o da casino.

Videogiochi, ma non solo

Date le premesse, ci si potrebbe chiedere perché sia stato coniata una nuova parola, eSport per l’appunto, per indicare un nuovo modo di vivere i videogame. L’uso di un neologismo per riferirsi a questo tipo di passatempi ludici trova in realtà la sua giustificazione in diversi aspetti che differenziano notevolmente lo sport elettronico dal videogioco in senso stretto.

La competizione aperta a tutti, in primo luogo, rende gli eSport un mondo a parte, poiché il gioco non viene più praticato solo come un’attività di intrattenimento nel tempo libero ma come un vero e proprio impegno, al pari di ciò che accade negli sport tradizionali, con tanto di allenamenti prima di arrivare alle gare ufficiali.

A differenza dei semplici videogiochi, poi, gli eSport non vedono la sola partecipazione degli utenti ma attirano ormai un pubblico ampio e diversificato, che sia online che in occasione di eventi fisici, presenziano per ammirare le gesta dei propri gamer e delle proprie squadre preferite. Già queste caratteristiche ci fanno capire quanto gli eSport siano più vicini alle competizioni sportive che siamo abituati a seguire che non al mondo videoludico, un aspetto reso ancora più evidente dagli investimenti messi in campo dai protagonisti del settore.

Il calcio punta forte sugli eSport

A rendere meglio l’idea di quanto il mercato degli eSport possa essere redditizio e in continua crescita, basta guardare a ciò che sta accadendo in ambito calcistico, dove le maggiori società europee hanno già intrapreso importanti investimenti in questo ambito creando squadre ad hoc e prendendo parte a campionati virtuali.

Ormai moltissimi club, sia italiani che esteri, stanno spingendo su questa novità anche per avvicinare le fasce demografiche più giovani, più attratte dagli eSport che dallo sport tradizionale, come dimostrano le statistiche effettuate in Inghilterra sull’età media degli spettatori coinvolti nelle due tipologie di eventi.

Il Manchester City, per esempio, già dal 2016 vanta una propria squadra di eSport su FIFA, mentre in Italia la prima società a investire in questo senso è stata la Sampdoria, attiva dal 2017. Nel nostro Paese, peraltro, oggi la Lega Calcio organizza la sua eSerie A Tim su due fronti, FIFA e PES, con la partecipazione di numerosi team, come Milan, Inter, Juventus, Torino, Atalanta, Benevento e Udinese.

Gli eSport crescono in Italia e nel mondo

Accanto all’aumento degli investimenti, cresce in tutto il mondo il numero di coloro che seguono con una certa assiduità gli eSport, a prescindere dalla categoria ludica. In Europa si contano ormai quasi 30 milioni di appassionati, Nord e Sud America superano entrambe i 18 milioni mentre la sola Cina raggiunge 88 milioni di fan.

La sola Italia, tra l’altro, ha registrato in un anno un aumento del 15% per un totale di 1,6 milioni di persone che seguono eventi di questo tipo più di una volta alla settimana e quasi mezzo milione di persone considerate “avid fan”, ossia connesse quotidianamente alle manifestazioni del genere. Un dato che si riflette anche sull’impatto economico del comparto, stimato tra i 45 e i 47 milioni di euro.